Ci si aspettava un debutto di successo, visto il fiume di richieste di acquisto arrivate nelle scorse settimane. La cifra raccolta dalla società nel collocamento, 5,4 miliardi di dollari, era già la più alta per un’azienda tecnologica dai tempi di Uber, anno 2019. Ma il primo giorno del social cinese dei video Kuaishou alla Borsa di Hong Kong è stato anche più spettacolare delle attese. Venerdì all’apertura delle contrattazioni le azioni hanno visto il loro prezzo quasi triplicare rispetto a quello di offerta, proiettando il valore della società oltre i 160 miliardi di dollari, non molto distante dalla rivale ByteDance, l’azienda dietro alla famosa app TikTok e alla sua gemella cinese Douyin.
Il fondatore di Kuaishou Cheng Yixiao, un timidissimo ingegnere che dieci anni fa programmava da solo nella sua casetta di Pechino, e l’attuale amministratore delegato Su Hua, ex manager di Google che ha orchestrato l’ascesa dell’app, entrano ufficialmente nella lista dei multimiliardari cinesi.
A spingere così in alto Kuaishou, letteralmente “Mano veloce” è prima di tutto la dipendenza dei cittadini del Dragone dai video via smartphone. Kuaishou ha iniziato con brevi spezzoni da qualche secondo, ordinati e proposti all’utente da algoritmi super intelligenti, lo stesso modello che ha reso celebre tra gli adolescenti globali anche TikTok, ma nel corso del tempo si è poi allargata allo streaming. I suoi 260 milioni di utenti aprono la app in media dieci volte al giorno e ci passano la bellezza di 86 minuti, durante i quali seguono i video o le dirette dei loro “creatori”, noi diremmo influencer, preferiti. Possono anche lasciare una mancia, da qualche centesimo a centinaia di euro, e fino a ieri gran parte degli introiti di Kuaishou venivano dalle commissioni su quelle somme.
Di recente però l’app ha iniziato a inserire più pubblicità e spinto molto sull’e-commerce: la nuova mania della Cina sono le televendite in diretta streaming, durante le quali personaggi più o meno pittoreschi, più o meno conosciuti, riescono a piazzare ai follower quantità incredibili di prodotti, un business multimiliardario che sta cambiando i processi di acquisto del Dragone (https://www.repubblica.it/esteri/2021/02/03/news/leading_european_newspaper_alliance-285412833/).
Gli investitori di Kuaishou puntano soprattutto su questa crescita, nonostante la società abbia chiuso gli ultimi tre anni con bilanci in rosso. Con i soldi raccolti dalla quotazione, la “mano veloce” andrà all’assalto della rivale TikTok/Douyin, da cui la separano decine di milioni di utenti (460 milioni quelli mensili, contro oltre 600 milioni), potendo contare sull’appoggio del colosso Tencent, uno dei suoi principali azionisti. D’altra parte la sua quotazione apre la strada della Borsa, una strada di successo, a tutto il gruppo delle app di video: Bilibili, già al Nasdaq, sta progettando un secondo collocamento a Hong Kong, e stando ad alcune fonti anche Bytedance, dopo aver schivato l’assalto dell’amministrazione Trump, starebbe pensando di quotare alcune delle sue attività, forse proprio la coppia di app d’oro TikTok/Douyin.
Il trionfo di questa Ipo conferma che gli investitori internazionali vedono nel mercato cinese, in particolare quello digitale, una delle grandi storie di crescita su cui puntare, in una economia globale convalescente e a tassi zero. E questo nonostante le incognite che circondano il settore hi-tech del Dragone. Da un lato c’è la stretta regolatoria del governo di Pechino, partita dalla decisione di bloccare la quotazione del colosso della finanza digitale Ant (https://rep.repubblica.it/pwa/affari-e-finanza/2021/01/11/news/piu_stato_meno_privato_xi_jinping_indica_la_nuova_via_del_digitale-281684194/). Nuove norme sono arrivate anche nel settore dei video, per esempio un tetto alla quantità di mance che ogni utente può lasciare agli influencer. Dall’altro lato ci sono i vari boicottaggi con cui gli Stati Uniti stanno cercato di azzoppare i campioni tecnologici cinesi. Finora però la strategia trumpiana del “decoupling” non sembra aver portato risultati concreti. Anzi, i flussi di capitale dagli Stati Uniti verso la Cina e verso la Borsa di Hong Kong sono aumentati, come il super collocamento di Kuaishou dimostra una volta di più.