BARCELLONA – "Danneggiare in modo irreparabile o assai gravemente". Secondo il dizionario Treccani è questo il significato, per estensione e figurato, del verbo "rovinare". Ebbene, quale persona sana di mente può davvero sostenere che Lionel Messi abbia rovinato il Barça? Piuttosto che perdere tempo a calcolare quanto si sia intascato la Pulga negli ultimi quattro anni – esercizio lecito, ma utile solo ad alimentare la morbosità di chi preferisce fermarsi in superficie – la domanda che ci si dovrebbe porre è un'altra: perché dalle viscere del Camp Nou si cerca di gettare fango sul calciatore più forte della storia del proprio club? La parte più importante dei guadagni del mostro sbattuto, ieri, in prima pagina da El Mundo era nota praticamente a tutti. Che l'ingaggio del fuoriclasse argentino accarezzasse i 50 milioni netti, quindi 100 lordi, è cosa risaputa sin dall'estate 2017, ossia da quando Josep Maria Bartomeu e il crack rosarino si strinsero la mano sul contratto quadriennale che arriverà alla sua conclusione il prossimo mese di giugno. Allo stesso modo, sebbene con cifre diverse, anche Xavi Hernández e Andrés Iniesta hanno ricevuto, una volta lasciato il Barça, il proprio bonus fedeltà. Un premio che la società blaugrana concede ai propri "one club men" e al quale, sinora, ha rinunciato soltanto Carles Puyol, il grande capitano. Stesso discorso, per quanto riguarda il bonus rinnovo: pochi mesi prima di mettersi d'accordo con il Paris Saint Germain e trasferirsi a Parigi, anche Neymar era riuscito a ottenerne uno di 64,4 milioni. Insomma, anche senza l'aiuto di una calcolatrice, già nel 2017, si sarebbe potuti arrivare alla conclusione che Messi avrebbe guadagnato, in questi quattro anni, una cifra compresa tra 210-230 milioni puliti.
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di
Raffaele R. Riverso
I conti in tasca a Messi e il profondo rosso
Ieri, El Mundo ci ha fatto sapere, grazie al proprio scoop, che sono 258: ai 555 sbattuti in "portada" bisogna, infatti, sottrarre i 297 finiti nelle casse dell'erario. Fare i conti in tasca a Messi, tuttavia, non serve a spiegare né l'attuale profondo rosso dei conti blaugrana né perché a Barcellona ci sia qualcuno che, invece di essergli eternamente grato, preferisce gettarlo in pasto ai leoni da tastiera. Non è un caso, infatti, che l'entourage del fuoriclasse argentino abbia fatto capire che, oltre a voler denunciare El Mundo per aver pubblicato un documento privato, i legali della Pulce stanno studiando la possibilità di portare in tribunale anche "quelle persone che avevano accesso al suo contratto". E non è nemmeno un caso che, nel comunicato stampa diffuso ieri, il Barcellona ci abbia tenuto, non solo a chiarire che denuncerà a sua volta El Mundo, ma anche a negare "categoricamente qualsiasi responsabilità nella pubblicazione di questo documento". Excusatio non petita, accusatio manifesta? Non proprio. Dal 2017, negli uffici del Camp Nou, si sono alternati, a causa delle diverse crisi avute dal "governo" Bartomeu, decine di dirigenti che avrebbero potuto decidere, a un certo punto, di fare una fotocopia del contratto sportivo più importante del mondo. Ed è per questa ragione che, se non si riuscirà a risalire al momento esatto in cui il contratto è stato sottratto alla custodia del club, non sarà semplice per gli avvocati di Messi ridurre il numero dei sospetti e, così, individuare i possibili colpevoli.
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"Temo che alla fine Messi andrà via"
Quello che è certo è che, per dirla con David Sánchez, editorialista di Marca, "Leo ha capito che i suoi nemici sono dentro e non fuori e, per questo, temo che a fine stagione andrà via". All'ombra del Santiago Bernabéu, i tifosi merengues si sfregano le mani. Era dall'addio di Cristiano Ronaldo che aspettavano questo momento. Decisamente più dura, invece, la realtà per il popolo culé che, dopo aver visto la propria società andare alla deriva economica, per incompetenza (il Covid c'entra, ma molto meno), ora è costretto a constatare, suo malgrado, come i responsabili di un debito superiore al miliardo di euro starebbero provando a scaricare la colpa sul calciatore più forte della storia del club. Lo stesso che ha permesso al Barça di Pep Guardiola di sostituirsi al Grande Real Madrid nell'immaginario dei bambini che, giocando in piazza, ci tengono a essere i più forti.