Il dehors del bar Cit, vicino al duomo di Saluzzo, è pieno di gente. “Un vero assembramento”, conferma il titolare, Paolo Rinaldi, 26 anni, che lo gestisce da 4 anni. E in effetti venerdì sera una delle volanti che controlla il territorio ha rallentato per controllare cosa stesse succedendo. Le dieci persone che affollano il dehors invernale del bar, però, non sono reali, sono manichini vestiti di tutto punto per dare l’impressione di un locale frequentato.
Quella di Rinaldi una provocazione, “un’idea che ho replicato dopo aver visto altri locali a Milano e anche qui nel Cuneese, a Barge – dice- Io però ho voluto chiedere la collaborazione dei negozi della zona per dare loro anche un po’ di visibilità. In pratica il mio dehors è diventato una seconda vetrina per i negozi di abbigliamento che sono in difficoltà tanto quanto i bar”. L’iniziativa, però, vuole essere prima di tutto una provocazione al grido di “noi non siamo manichini”.
“Vogliamo rispettare le regole e quindi restiamo chiusi ma con le luci accese per ricordarvi che esistiamo” si legge su un cartello appeso alla vetrina del dehors. “Siamo costretti a chiusure a sighiozzo, è difficile anche solo progettare cosa acquistare e in quali quantità perché non possiamo permetterci di dire di no a un cliente ma non possiamo nemmeno rischiare di buttare via le merci. Chiediamo il diritto di poterci organizzare e di sapere che cosa accadrà su un periodo un po’ più lungo, non possiamo permetterci di vivere alla giornata”, spiega il barista.
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