La tecnologia come volano per promuovere una tradizione antica. Può sembrare un ossimoro, eppure è qualcosa in cui il Consorzio della Mozzarella di Bufala Dop crede fortemente tanto che, in collaborazione con l’agenzia specializzata formazione professionale Formamentis, ha ideato un nuovo corso di studi per casari interamente digitale. Un progetto che scardina la struttura fisica fino a oggi fondamentale per i corsi per artigiani e rende tutto immateriale, condivisibile all’infinito e in ogni luogo.
La Mozzarella di Bufala e la tecnologia: una nuova – e felice – storia d'amore
Lo sprone principale è stato sicuramente quello “del garantire il rispetto di tutte le disposizioni delle autorità in tema di contrasto al Covid19”, ed è finito poi per trasformarsi in una grande opportunità. Grazie alla piattaforma tecnologica ideata da Formamentis, interattiva e innovativa per il rapporto che permette di creare tra alunni e insegnante e tra gli alunni stessi, il Consorzio vuole garantire non solo “i collegamenti con tutti gli studenti” e il mantenimento dei già alti standard di qualità dei processi formativi interni, ma soprattutto “abbattere le barriere”. Quelle geografiche, quelle economiche – non sempre spostarsi dalla propria residenza per studiare è economicamente sostenibile per tutti – e ancor più quelle generazionali. L’obiettivo dichiarato è, infatti, “interessare nuove fasce di popolazione, le più giovani, parlando con il loro linguaggio e attraverso loro creare nuove figure-chiave del comparto, per rendere sempre più moderno il settore”, senza dimenticare “quello che l’ha reso grande”.
Un approccio che ha subito creato grande riscontro, tanto che in poco tempo dopo l’apertura dei corsi il nuovo anno di studi, che per ora comprende solo 20 studenti, è andato sold out, un primato per i tempi di raggiungimento dell’obiettivo quasi senza precedenti. E un record doppio: perché per la prima volta, anche grazie all’utilizzo dei nuovi mezzi digitali, due degli iscritti al corso provengono da Paesi e tradizioni lontanissime dalle nostre. “Siamo fieri di questa classe perché non solo abbiamo avuto le prime due donne casare nella storia della Bufala Campana Dop, ma perché stiamo aprendo le nostre braccia e tramandando la nostra cultura a un giovane proveniente da Israele e un altro dall’India. E’ per noi segno di orgoglio” capire che non solo si sia riusciti ad affascinare persone con “natali diversi dai nostri, ma che grazie all’intuizione di aprire alla tecnologia” il percorso non si è interrotto a causa della pandemia da Covid-19, ma anzi si è implementato. “Formazione – spiega Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio – è per noi la parola d’ordine per rafforzare il ruolo da protagonisti della mozzarella di bufala campana Dop nel panorama dell’agroalimentare di eccellenza del Paese. In un mondo completamente cambiato dalla pandemia, noi vogliamo costruire una filiera preparata al mercato” tenuta in piedi da figure pronte, aggiornate al mondo che cambia, adatte a cogliere le sfide della modernità.
Ma non è finita qui. “Giovani, formazione, ricerca e innovazione tecnologica – dichiara infatti con decisione il direttore Pier Maria Saccani – sono decisamente gli asset strategici su cui investire ancora” e quindi dal prossimo anno accanto al corso di formazione per casari, ne saranno attivati altri tre, totalmente nuovi e in piena linea con il fil rouge dettato dall’innovazione. Il primo verterà “sull’innovazione tecnologica nel settore lattiero-caseario” e su tutto ciò che le nuove tecniche possano apportare alla produzione senza snaturare il disciplinare, il secondo “benessere animale e biosicurezza delle aziende agricole” in un’era sempre più green e, last but not least, “corsi per esperti di marketing”.
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