"Ma dove vai che pesi cento chili". E’ una delle tante frasi pronunciate dal tecnico e contenute nel provvedimento disciplinare della Figc che motiva la decisione di squalificare per nove mesi Giuseppe Fossati, l ’allenatore della Novese, società di calcio femminile dell’Alessandrino finito davanti alla giustizia federale dopo la denuncia di alcune delle giocatrici della prima squadra. “L’allenatore ha insultato e denigrato le proprie giocatrici per motivi legati all’orientamento sessuale e all’aspetto fisico – si legge nel provvedimento – la sua condotta è inaccettabile per il ruolo che l’allenatore è chiamato a ricoprire ( oltretutto in una squadra femminile) e rappresentare in termini di educazione non solo sportiva”. “Sei grassa come un maiale”, si è sentita dire una delle giocatrici.
Fossati è invece al telefono con il padre di una delle atlete quando, parlando della calciatrice che chiede lo svincolo dalla società: “Tu e quella lesbica di tua figlia, purtroppo le piacciono le donne e quindi va a cercarne altre”. Quella conversazione gli era valsa anche l’accusa di estorsione e minaccia perché secondo l’accusa Fossati avrebbe chiesto soldi al padre della giocatrice, un’accusa che la commissione di disciplina rigetta. Nessuna minaccia – dice il provvedimento – ma la conferma “il temperamento tracotante dell’allenatore che si sente padrone indiscusso della società”. “Alla Novese comando io”, è solito dire Fossati.
Secondo la commissione disciplinare Fossato “E’ venuto meno ai principi di lealtà, correttezza e probità”, con queste motivazioni il collegio ne ha deciso la squalifica fino al 31 agosto. I giudici hanno però assolto Fossati, difeso dall’avvocato Matteo Sperduti, da altre accuse che gli erano state rivolte come le molestie nei confronti di una giocatrice che Fossati avrebbe cercato di baciare e che, di fronte al suo rifiuto, avrebbe poi molestato inviandole foto di lei e di una compagna in biancheria intima. “non risulta sufficientemente comprovato che il deferito abbia assunto detti atteggiamenti”, replicano i giudici.
“Fossati è stato oggetto di una "ricostruzione" dei fatti non supportata da elementi e riscontri obiettivi, soprattutto per ciò che concerne le accuse di "avance sessuali" o "tentativi di baci ad una calciatrice” – spiega la difesa dell’allenatore -Come riporta la decisione in esame, la Procura Federale non ha provato con riscontri oggettivi quanto riferito dalle calciatrici nelle loro audizioni e, peggio ancora, tali episodi sono stati definiti come un semplice "vociferato" all'interno dello spogliatoio. Le dichiarazioni accusatorie risultano non provate e prive di materiale probatorio, all'interno del procedimento, che ne supporti la validità. Non sono state depositate in giudizio immagini, foto, messaggi o altro materiale”. Quelle accuse, che denunciano un reato di rilevanza penale, sono comunque finite sul tavolo dei magistrati della procura di Alessandria.
“Abbiamo depositato una serie di elementi a dimostrazione della buona fede dell'allenatore e delle azioni, al contrario, commesse da altri ed altre che si discostano con quanto quest'ultimi hanno poi raccontato in diverse interviste”, conclude la difesa. Fossati si dichiara innocente anche per le offese rivolte alle giocatrici.Original Article
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