La Madonna Sistina è una delle opere più celebri di Raffaello per lo sguardo della Madonna e del bambino che tiene in braccio, mentre avanza su nubi impalpabili e anche per i due irriverenti e pensierosi angioletti che si trovano alla base del dipinto. Il quadro, commissionato per la chiesa di San Sisto a Piacenza, è stato celebrato da poeti, filosofi, romanzieri, mentre i due putti sono diventati un'icona a sé, riprodotti in poster, magliette e oggetti vari. Il dipinto, seppur famosissimo, ha avuto una storia avventurosa e in occasione del 500esimo anniversario dalla morte di Raffaello, il 26 dicembre Sky Arte (canali 120 e 400) propone La Madonna Sistina di Raffaello – Il capolavoro ritrovato, il documentario che ripercorre le vicende di un'opera che ha rischiato di sparire per sempre e di un uomo, un soldato dell'Armata Rossa, che l'ha cercata e salvata.
La Madonna Sistina di Raffaello, storia di un capolavoro
La Madonna sistina, dipinta da raffaello nel 1512, ha avuto una storia avventurosa, e in occasione de 500esimo anniversario dalla morte dell'artista, il 26 dicembre Sky Arte (canali 120 e 400) propone La Madonna Sistina di Raffaello – Il capolavoro ritrovato, il documentario che ripercorre le vicende di un'opera che ha rischiato di sparire per sempre e di un uomo, uno studente d'arte e soldato dell'Armata Rossa, che l'ha cercata e salvata
L'originale della Madonna Sistina è esposta al museo di Dresda ma è tornata lì solo nel 1956. Il documentario – realizzato da 3D Produzioni per Sky Arte su soggetto Didi Gnocchi, sceneggiatura di Arianna Marelli e regia di Claudio Poli – ne segue la storia raccontata nel libro Sette giorni di Leonid Rabinovich, arricchita da filmati d'epoca e testimonianze di storici dell'arte, direttori di musei e la partecipazione di Sonia Bergamasco che dà voce allo scrittore e giornalista sovietico Vasilij Grossman, uno dei tanti intellettuali affascinati dal quadro del pittore italiano, che richiamava in lui il ricordo delle vittime di Treblinka.
Raffaello arriva a Roma nel 1508 in una città che si sta rinnovando con Giulio II, ed è il Papa che nel 1512 commissiona al suo miglior pittore una pala d'altare per la chiesa del monastero benedettino di San Sisto a Piacenza, da cui il nome Madonna Sistina. L'opera rimane nella chiesa piacentina per 240 anni, sostituita da una copia di Giuseppe Nogari dopo che, nel 1754, l'originale viene ceduto dai monaci ad Augusto III di Sassonia per 25 mila zecchini, quasi novanta chili d'oro, una cifra enorme per l'epoca che consente all'ordine ecclesiastico di ripianare i propri debiti. È così che arriva a Dresda, dove viene ammirata per quasi due secoli. Dall'800 le riproduzioni del dipinto si trovano ovunque e nel Novecento la Madonna Sistina è ormai un'icona, esposta in tanti salotti dell'Unione Sovietica e della Germania dell'Est.
Durante la guerra i nazisti mettono in salvo in luoghi segreti le opere esposte nei musei tedeschi e quando i soldati dell'Armata Rossa entrano nella città nel 1945 trovano solo macerie e distruzione in seguito ai bombardamenti avvenuti tre mesi prima in cui morirono 25 mila civili. Tra i soldati sovietici c'è anche Leonid Rabinovich, un giovane artista ebreo ucraino, e negli sguardi spaventati di tante donne in fuga dalla città distrutta il giovane rivede lo sguardo della Madonna col bambino in braccio dipinta da Raffaello che ha impresso nella memoria. Decide allora di mettersi alla ricerca del quadro ma quando arriva davanti al museo l'edificio è distrutto, come tutti quelli intorno. Per iniziativa personale Leonid si mette quindi alla ricerca delle opere e della Madonna Sistina in particolare. Ispeziona i castelli e le rocche nei dintorni e riesce a ritrovare il quadro insieme a molti altri celebri dipinti che che così arrivano in Russia.
La Madonna Sistina rimane per un decennio nascosto nel Museo Puskin di Mosca che ne cura la conservazione e il restauro. Dopo la morte di Stalin, nel 1956, in seguito all'instaurazione del Patto di Varsavia, l'opera viene restituita a Dresda ma prima viene esposta in una celebre mostra al museo moscovita, visitata da oltre 1 milione e 200 mila russi. Leonid viene invitato a Mosca per raccontare la sua avventura, nasce così il suo libro e nel 1961 diventa anche un film Five days, five nights, prima coproduzione Urss e Germania dell'Est con le musiche composte da Shostakovich. Oggi la Madonna Sistina si trova nelle Collezioni della Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda dove è esposta al pubblico.
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