C'è chi al Giambellino lavora già e ha usato l'esperienza della vita di quartiere per proporre la trasformazione. È così che Mariame Fadiga si è accorta di quello che mancava e poteva essere fatto. Piccole cose, certo. Come l'esigenza per le famiglie che entravano nella sua lavanderia automatica di trovare un posto dove i figli potessero giocare nell'attesa del ritiro del bucato, o il bisogno degli anziani che, soprattutto in era Covid, chiedevano consegne a domicilio di abiti da stirare o rammendare. Perché non partire da qui per diventare la "Lavanderia sociale del Giambellino" con una versione 2.0 dei classici servizi di pulizia, ma anche uno spazio di welfare accreditato con il Comune tra tavoli e spazi per attività?
E poi c'è chi, proprio all'incrocio tra il Giambellino e il Lorenteggio arriverà e, ancora prima di aprire, ha iniziato a dialogare con le associazioni del Terzo settore che in zona pensano già ad animare la rete di relazioni e servizi sociali. "Perché i cambiamenti avvengono coinvolgendo tutti", dice Luca Scanni, uno dei fondatori di Pavè insieme a Giovanni Giberti e Diego Bamberghi. Pronto a inaugurare lì, con il sogno di fare da "apripista" anche per altri, una sede di "Birra di quartiere", lo spin off della pasticceria nato in Porta Venezia.
Sono due delle otto nuove realtà che, grazie a un bando e ai contributi messi a disposizione da Palazzo Marino, apriranno tra Lorenteggio e Giambellino, appunto. Progetti insieme imprenditoriali e sociali "che possano dare lavoro e migliorare la vita di una zona" per ridisegnare anche così, con una vetrina accesa in più, un pezzo di città che ha bisogno di cambiare. Una strategia messa in campo per accompagnare con una trasformazione dal basso la riqualificazione strutturale di interi caseggiati popolari di Aler fortemente degradati – i primi in via Lorenteggio sono stati abbattuti – che sta seguendo Regione Lombardia. E che, dice l'assessora alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani, adesso "si inquadra ancora di più nell'idea della Milano dei quartieri con servizi a 15 minuti di distanza che caratterizzerà la nuova fase della città nella transizione post Covid".
Le proposte sono arrivate. Nonostante due lockdown, la crisi sociale ed economica innescata dall'emergenza sanitaria, e tutta l'incertezza del futuro. E, in fondo, ragionano a Palazzo Marino, già il fatto che si celebrino aperture in un clima che racconta il rischio di serrande abbassate, è una notizia. Questi primi progetti sono stati finanziati con 450 mila euro e sul piatto c'è la restante parte del milione e 200 mila euro di fondi arrivati dall'Europa: aziende, imprese sociali e aspiranti imprenditori che vogliono puntare sulle "aree meno centrali, contribuendo alla ripartenza della città nel periodo post Covid", dice Tajani, possono farsi avanti sino a marzo 2021. Ma ripartiamo da chi arriverà nei prossimi mesi.
In un edificio in via Giambellino che è stato prima una fabbrica e poi una scuola, nascerà "Job in Jambellino": uno spazio per offrire gratuitamente servizi di accompagnamento al lavoro rivolti a giovani Neet e servizi di supporto allo studio. "Siamo pronti a partire – racconta Marina Verderajme, la presidente di JobFarm – per portare lavoro, orientamento e attenzione ai ragazzi e alle loro esigenze in un quartiere che ha tanti volti e tante facce e che sta vivendo una rinascita non solo urbanistica". Sempre pensando ai ragazzi, in particolare a quelli tra gli 11 e i 15 anni, invece, nascerà "Teen Talent": un luogo "protetto e stimolante", lo descrivono in Comune, "dove trascorrere le ore del pranzo e del primo pomeriggio sviluppando il proprio talento, scoprendo le potenzialità creative e di aggregazione della web radio di quartiere o seguendo un corso d'inglese".
E poi, ecco il Cafè Banlieu, che già esiste in via Inganni, ma che ora potrà diventare ancor più un punto di riferimento, incontro e scambio per gli abitanti, con una radio web che racconterà le storie degli avventori e, quando si potrà, performance live di attori e artisti. Social Lab_Vignoli 43, invece, sarà un laboratorio per lo sviluppo di video e fotografie ai tempi di Instagram e una scuola di maglieria per produrre creazioni "made in Giambellino". E legato alla moda, ecco "Mafric Verso nuovi orizzonti", che vorrebbe far incontrare le stoffe e i colori dell'Africa con la creatività italiana.
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