Se ne va lasciando il cuore a Crotone, a quella torta di compleanno che si continua a tagliare in memoria del piccolo Dodò, ucciso per sbaglio su un campo di calcetto a 11 anni. Ma anche con la consapevolezza che oggi un altro caso come quello dei figli di Marianna Manduca, chiamati a restituire allo Stato un risarcimento da 250.000 euro per la loro mamma uccisa dal marito, oggi non potrebbe più verificarsi e anche con la soddisfazione di aver finalmente liquidato i primi due assegni di sostegno alle famiglie affidatarie di minori orfani di femminicidio.
Prefetto Raffaele Cannizzaro, lascia l’incarico di commissario per le vittime di mafia e dei reati intenzionali violenti con importanti passi avanti nel sostegno a questi ragazzi. Il premier Conte, dopo l’inchiesta di Repubblica, ha annunciato che lo Stato rinuncerà a quanto richiesto agli orfani di Marianna Manduca.
“Non è un caso che dipendeva dal mio ufficio ma oggi, certamente, con le nuove norme una vicenda del genere non potrebbe più verificarsi. Abbiamo varato una norma importantissima che è un “unicum” nel panorama europeo e che ci consente di intervenire a sostegno degli orfani di femminicidio subito, senza attendere una sentenza del processo e neanche una richiesta di rinvio a giudizio. L’aiuto ai minori va dato tempestivamente. Possiamo operare direttamente sugli atti di indagine, se poi ( anche dopo anni) dovesse venire fuori che non si trattava di un femminicidio ma di un delitto per altra causa, non chiederemo mai i soldi indietro. Abbiamo comunque assistito dei minori ed è interesse dello Stato crescere dei cittadini veri”.
La legge c’è ma diverse famiglie che si sono fatte carico dei bambini rimasti soli lamentano che è molto difficile e farraginoso accedere a questi fondi che per loro invece sono vitali. E infatti avete liquidato i fondi di sostegno solo in due casi
“E’ vero siamo solo all’inizio, ci sono 2.000 persone oggi in questa situazione ma siamo riusciti a liquidare l’assegno di sostegno (300 euro al mese) alle famiglie affidatarie di due ragazzi che hanno vissuto un dramma terribile: la prima è una tredicenne rimasta solo con la sorella oggi diciannovenne, figlia di un carabiniere che nel 2012 a Palermo uccise la moglie e poi si tolse la vita; il secondo è un ragazzino di 15 anni, anche lui vittima di una tragedia identica, adesso affidato allo zio in una città del centro nord. Da luglio è in vigore il regolamento che ha semplificato in modo enorme le procedure, abbiamo pubblicato i moduli per le domande sul sito e tutti i documenti da produrre sono in autocertificazione. Saremo noi ad accertare i requisiti. Resta il fatto che purtroppo sono in pochi a conoscere questa opportunità”.
E proprio per questo vi è venuto in mente di portare queste storie a teatro, ma anche nelle scuole e nelle università raccontando di Lia e Teresa?
“Sì, è una iniziativa di cui sono molto orgoglioso, un’opera teatrale che abbiamo affidato a Isabel Russinova e da cui verrà tratto anche un cortometraggio per scuole e università. Sarà una libera interpretazione, una simbiosi di due storie che mettono insieme mafia e femminicidi. Quella di una donna siciliana, figlia di un boss uccisa con il consenso del padre per una sua presunta relazione extraconiugale, lasciando un bambino che 30 anni dopo ha rifiutato il lavoro offertogli dal nonno chiedendo e ottenendo da noi il risarcimento giudiziario, e quella di una donna di Napoli uccisa per aver denunciato l’uomo che aveva abusato di sua figlia”.
In questi due anni di mandato avete portato a 60.000 euro il risarcimento per gli orfani, previsto borse di studio e rimborso delle rette di collegi e convitti, spese sanitarie e progetti per la formazione e l’occupazione di questi ragazzi. Norme e regolamenti, ma qual è il ricordo più emozionante che porterà con se?
“A Crotone, la “festa” di compleanno di Dodò, Domenico Gabriele, ucciso a 11 anni nel 2009. Ai suoi genitori abbiamo riconosciuto il risarcimento per quell’unico figlio che hanno perso, loro ne onorano la memoria nel giorno del compleanno con una torta con tanto di candeline a cui sono stato invitato. Hanno fondato un’associazione che lavora per la legalità per onorare la memoria di Dodò – dice il padre – facendo in modo che tutti i bambini oggi possano scegliere da che parte stare. E sono felice che i soldi del risarcimento siano spesi cosi”.Original Article
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