Da più parti, persino dalle stanze del Quirinale, quella che si apre oggi viene considerata la "settimana cruciale" per Giuseppe Conte. Il premier, alla fine di un anno durissimo che pure lo ha portato a inattesi indici di fiducia, si trova ad affrontare di petto i venti di crisi alimentati da Matteo Renzi. Ci sono tre appuntamenti che potranno condizionare il futuro del governo.
Il primo, certamente, quella verifica cui Conte ha ceduto e che ha già comunicato al capo dello Stato Sergio Mattarella: il presidente del Consiglio non ha ancora diramato inviti ufficiali ma è probabile che da domani sentirà prima singolarmente, poi insieme, i leader della coalizione giallorossa. Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti ieri hanno fatto quadrato, respingendo le ipotesi di salti nel buio, ma Italia Viva insiste e con Maria Elena Boschi – pur escludendo formalmente il rimpasto – lascia intendere che una crisi è possibile e questa non porta necessariamente a nuove elezioni. Il premier dovrà garantire alla maggioranza quella collegialità nelle scelte che in pratica tutti (o quasi) ora gli chiedono: un segnale concreto potrebbe arrivare dalla modifica della proposta sulla governance del Recovery plan, il casus belli di questo scorcio di stagione.
Allo stesso tempo l'esecutivo dovrà reggere l'urto di un nuovo cambio di passo sulle chiusure legate al Covid. Dopo il Dpcm del 3 dicembre e un sostanziale allentamento delle misure in tutt'Italia, si valuta ora una sorta di lockdown limitato ai giorni prefestivi e festivi. Mossa suggerita dagli assembramenti lungo le vie dello shopping, dal numero dei morti che rimane elevato e dalla linea dura adottata da Angela Merkel in Germania. Tutto da verificare, però, l'impatto delle nuove misure sul Paese e soprattutto fra le forze politiche: la decisione – che comprende anche la cancellazione del blocco degli spostamenti dai Comuni più piccoli nei giorni di festa – dovrebbe finire in una mozione di maggioranza da votare mercoledì in parlamento. Prima che all'esame delle Camere vada quella del centrodestra, che invece contempla l'eliminazione del divieto di spostamento in tutti i Comuni. Altro passaggio delicato.
E poi c'è la manovra, legge-chiave in qualsiasi momento della legislatura ma ancor di più nel bel mezzo di un'emergenza pandemica e con una pre-crisi in atto. La legge da 40 miliardi, attualmente all'esame della commissione Bilancio della Camera, dovrebbe andare in aula venerdì, per un'approvazione fra la fine della settimana e l'inizio della prossima. Sarà un banco di prova sul quale potrebbero riflettersi tutte le tensioni della maggioranza: di certo, di qui all'ultimo giorno di esame della manovra i principali attori di questa anomala (per i tempi) rappresentazione politica – a cominciare da Renzi – dovranno svelare le carte. E allora si capirà se sarà stata solo una tempesta di fine autunno, se Conte placherà i malumori diffusi – sottotraccia e non – sposando l'exit strategy del rimpasto o se l'Italia assisterà a una crisi "vera" sotto i morsi del Covid.
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