ROMA – Da lunedì 14 alle 19 avrà inizio lo sciopero degli impianti di rifornimento carburanti (ore 22.00 in autostrada), che terminerà nel primo pomeriggio di mercoledì 16 (rispettivamente ore 15.00 e ore 14.00 in autostrada). L'incontro di ieri sera con la sottosegretaria al Mise Alessia Morani, spiegano in una nota congiunta Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, è stato accolto come un segnale "incoraggiante ma interlocutorio", quindi lo sciopero rimane. Ma viene accolta la richiesta del Garante degli scioperi di ridurre i termini della protesta.
"Abbiamo accolto l'invito alla Commissione di Garanzia e abbiamo ridotto l'orario, confermando però lo sciopero, a meno che non arrivi una novità dal governo. – spiega Paolo Uniti, segretario generale Figisc/Anisa Confcommercio – Al momento c'è stato un interessamento ma o non è sufficiente. Quello che chiediamo sono iniziative di sostegno economico, analoghe a quelle delle altre categorie, anche perché noi siamo costretti comunque a rimanere aperti, in quanto servizio di pubblica utilità, anche se siamo in perdita, e infatti abbiamo moltissime gestioni in perdita. Abbiamo avuto un ristoro solo nella prima tranche, ma i gestori carburanti non hanno mai chiuso un giorno. Nella rete autostradale ci sono impianti che regisgrano perdite superiori all'80%, in tutti gli altri comunque tra il 60 e il 70%. Abbiamo dato il servizio anche in piena emergenza sanitaria".
Tuttavia l'incontro di ieri al Mise (virtuale) ha fornito dei segnali incoraggianti anche e soprattutto "perché utile a mettere finalmente in cantiere una riforma del settore della distribuzione carburanti" , scrivono i sindacati nella nota. Ma "la conferma dell'attuale ed immotivata esclusione della categoria, a differenza di quanto correttamente avvenuto nella prima fase dell'emergenza, dalle misure a sostegno delle imprese in gravissima sofferenza contenute nei Decreti Ristori, non permette di attenuare le preoccupazioni per la tenuta economico/finanziaria delle gestioni, chiamate a garantire la continuità e la regolarità del pubblico servizio essenziale", spiegano le Organizzazioni di categoria.
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