Nel 2016 il Bayern Monaco affrontò una sfida particolarmente difficile. Il club doveva trovare un successore per Pep Guardiola. Solo una persona fu presa in considerazione: Carlo Ancelotti
Per noi giocatori, significava un cambio radicale. Ancelotti diceva in un settimana quello che Guardiola diceva in tre ore. Ma c’era anche un punto in comune: come giocatore ti sentivi a tuo agio perché ti rendevi conto che entrambi avevano tutto il necessario per far funzionare al meglio la squadra.
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