La Finlandia potrebbe richiedere l’ingresso nella Nato anche prima del vertice di giugno a Madrid: Antti Kaikkonen, ministro della Difesa finlandese, spiega in quest’intervista esclusiva con Repubblica tempi e motivi del rapido cambio d’umore a Helsinki e perché il suo Paese ha continuato a finanziare e addestrare uno degli eserciti più preparati della Nato. Soprattutto, Kaikkonen rivela cosa si aspetta dalla Russia, nei prossimi mesi.
Ministro, il suo governo ha presentato il “Libro Bianco” al Parlamento perché discuta l’adesione alla Nato. Che tempi prevede?
«Il sostegno è aumentato in tutti i partiti. Come accaduto a molti finlandesi, l’invasione russa ha cambiato la nostra posizione. Per decenni il sostegno della Nato languiva intorno al 20%. Ora l’umore è cambiato, e tanto. Dopo Pasqua il Parlamento comincerà la discussione. E la decisione definitiva potrebbe arrivare per fine maggio».
Quindi la vostra richiesta potrebbe arrivare in tempo per il vertice Nato di Madrid, a giugno?
«Dopo la discussione in Parlamento ci sarà bisogno del parere del governo e del presidente. Ma penso che la richiesta di adesione possa arrivare anche prima dell’estate».
Poi inizierà un momento delicato, che potrebbe durare molti mesi: quello della ratifica di 30 parlamenti della Nato. Teme che la Russia possa attaccarvi, nel frattempo?
«Penso che potremmo assistere a un periodo di incursioni ibride. Ma non voglio speculare. I russi hanno detto che reagiranno, in qualche modo. E penso che investiranno più forze militari in questa parte dell’Europa, sul fianco occidentale».
Teme i anche movimenti lungo il confine?
«È possibile. Ma è presto per dirlo. Ad un certo punto, se la guerra con l’Ucraina finisse, la Russia potrebbe spostare truppe a Murmansk e in altre regioni vicino ai confini. Anche se va ricordato che in alcune aree ha già una presenza militare».
E come vi state preparando ad eventuali provocazioni russe?
«Abbiamo mantenuto in forma il nostro esercito per decenni. Anche dopo la Guerra fredda, quando molti Paesi europei hanno tagliato le spese militari. Abbiamo un esercito forte: una capacità di combattimento di 280mila soldati cui si aggiungono 900mila riservisti. È uno dei maggiori eserciti europei. E l’anno scorso abbiamo comprato 64 jet F-35 e quest’anno abbiamo investito 2,9 miliardi in più sulla difesa. Abbiamo la volontà e la capacità di difenderci».
Quando Zelensky ha parlato al Parlamento finlandese, la scorsa settimana, due cyber-attacchi russi hanno oscurato i siti del ministero degli Esteri e delle Finanze. E c’è stata una violazione dello spazio aereo. Si aspetta altri episodi simili?
«È possibile».
In questi decenni avete mantenuto un esercito così forte in per paura della Russia?
«Per decenni abbiamo avuto rapporti relativamente buoni con la Russia e il dialogo è stato necessario. È stata una scelta saggia. Ma i finlandesi sono delusi dall’attacco all’Ucraina e devono adattarsi a questo cambiamento nella sicurezza».
La Guerra d’inverno del 1939, quando l’Urss vi attaccò con un pretesto, è stata un precedente importante per far cambiare idea così rapidamente ai finlandesi?
«Forse. Ma il punto vero è che non vogliamo un’altra guerra, mai più.
Investire nella difesa, per noi, è stato un modo per evitare la guerra».
Le tensioni con la Russia possono aumentare anche nell’Artico?
«L’interesse in quella regione è aumentato negli ultimi anni, il rischio di un conflitto in quell’area potrebbe aumentare».
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