"La guerra russa non si fermerà nonostante le decisioni di Ue, Nato, e Onu, continuerà su un altro territorio. La risposta del mondo deve essere immediata, il sangue dei civili deve smettere di scorrere". Dopo l'intervento con il Parlamento italiano del presidente Volodymyr Zelensky, ora è la vicepremier ucraina, Olha Stefanishyna, a lanciare il suo appello in videocollegamento con la Commissioni Diritti umani, Femminicidio e Antidiscriminazioni del Senato. Dell'invasione e delle atrocità sui civili è responsabile "l'intera società russa", ha detto la vicepremier ucraina, "è in corso un genocidio e la Russia sta cercando di dare la responsabilità dei crimini ad altri soggetti: più vengono commessi crimini e più partono le fake news. È in corso una guerra di informazione, le autorità russe hanno bloccato i social network, stanno intimidendo le voci della stampa libera. La responsabilità dei crimini russi è dell'intera società russa. Il loro obiettivo è che l'Ucraina non esista più come nazione separata, gli ucraini non possono più esistere come popolazione distinta, devono ammettere di essere russi. La popolazione deve essere uccisa o inviata nei campi di lavoro, questo succede nel XXI secolo", ha continuato la vicepremier. Ribadendo, appunto, che quella della Russia è ''una violenza che ha un'intenzione genocida''.
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Trentaseianni, numero tre del presidente Zelensky, Olha Stefanishyna, ha denunciato più volte gli orrori del conflitto e le donne "stuprate e assassinate" dai militari russi. Ora parlando alla commissione del Senato ha detto che l'obiettivo ''non è solo quello di far soffrire le donne, ma anche di umiliare gruppi di donne in modo da eliminare la resistenza. La maggior parte degli stupri viene commessa di fronte agli occhi dei figli delle vittime, così come i figli sono stati stuprati davanti alle proprie madri''. Stefanishyna ha descritto queste violenze come ''incredibili e scioccanti. Non sono in grado di immaginarmi in una situazione del genere''. Come "una ragazza di 14 anni che è stata stuprata da 5 soldati russi e ora è incita – ha raccontato Stefanishyna – un ragazzo di 11 anni è stato stuprato davanti alla madre legata a una sedia. Queste cose sono successe neanche una settimana fa". Questa "è l'immagine che la Russia dà di se stessa. Abbiamo registrato conversazioni con soldati che hanno ammesso di aver stuprato donne ucraine e di aver rubato dalle case ucraine. Io capisco che in molte nazioni esista ancora la volontà di vedere la parte buona dei russi – ha detto ancora – tutti noi ancora vogliamo vedere la loro parte buona ma quello che vediamo oggi è il peggio, un peggio che 48 giorni fa non potevamo neanche immaginare".
E ancora. "Il mondo civilizzato deve ancora vedere cosa hanno fatto i russi nelle zone occupate. Ogni giorno emergono dettagli sempre più orribili, torture, sepolture di massa, violenza sessuali, brutalità commesse di fronte ai bambini. Si sta rivelando la vera faccia dell'esercito russo, ogni singolo soldato che commette questi crimini", ha aggiunto. "Queste atrocità avvengono in tutti territori occupati, in decine di città e paesi i civili sono stati uccisi in strada, vengono lanciati missili contro ospedali, asili nido, distretti residenziali". E "questa – ha denunciato – è un'azione deliberata, decisa dalle alte sfere politiche e militari russe", ed è un'intenzione di commettere un "genocidio".
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dalla nostra inviata
Brunella Giovara
Olha Stefanishyna si è soffermata poi sul massacro di Bucha: "Da una prima indagine della polizia, risulta che quasi il 90% delle vittime ha un proiettile in testa, e questo vuol dire che non sono vittime di guerra, sono state giustiziate sul posto – ha riferito – Dei circa 700 corpi esaminati finora nell'area di Kiev 400 provengono da Bucha. E centinaia di civili tutt'ora sono scomparsi", ha aggiunto. Per poi lanciare un appello finale: "Ora dobbiamo restare uniti per far sì che ogni vittima aggredita in questa guerra sia sostenuta e aiutata. La Russia deve rispondere dei crimini commessi, agendo oggi si può fermare il genocidio, aiutateci a difendere il nostro popolo, la Russia non si ferma se il mondo non interviene".
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