MILANO – Si prospetta un avvio incerto per le Borse europee: i future viaggiano contrastati mentre gli investitori continuano a digerire il dato sull'inflazione negli Usa a marzo, balzata all'8,5% annuo, poco sopra le attese degli analisti. Gli occhi degli investitori saranno puntati sul direttivo della Bce in programma domani e sugli sviluppi del conflitto in Ucraina. I future sull'Euro Stoxx segnano un +0,64%, quelli sul Dax di Francoforte avanzano dello 0,50%, mentre quelli sul Ftse 100 di Londra cedono lo 0,16%.
I rendimenti dei Treasury si sono stabilizzati su livelli inferiori a quelli che segnavano prima del dato sull'inflazione: il mercato si è un po' "disteso" guardando ai numeri dell'inflazione "core", che è risultata leggermente sotto le attese e ha levato dal tavolo la possibilità di ulteriori accelerazioni nella stretta della Federal reserve. Resta comunque ben forte la posizione dei più rigidi banchieri centrali americani, come quella espressa da James Bullard, della Fed di St. Louis, in una intervista al Ft: è una "fantasia", dice Bullard, pensare che modesti aumenti dei tassi di interesse possano domare l'inflazione. Piuttosto, sostiene il banchiere, la Fed deve frenare l'attività economica per affrontare l'aumento dei prezzi, e deve essere più aggressiva nei suoi sforzi per sradicare la più alta inflazione in quattro decenni.
Giornata positiva in Asia, nonstante la volatilità sui listini cinesi che restano sotto pressione a causa delle restrizioni anti-Covid. Shanghai, dopo aver ceduto circa mezzo punto percentuale, viaggia ora in rialzo e guadagna lo 0,31%. Tokyo avanza intorno al 2%, Hong Kong guadagna lo 0,89% e Seul sale dell'1,79%.
Sul mercato delle commodity, i prezzi del petrolio recuperano terreno sui mercati asiatici dopo aver registrato perdite sulla scia dei dati economici deboli riportati da Cina e Giappone che hanno alimentato le preoccupazioni per la crescita e la domanda di greggio nei principali paesi consumatori del mondo. I future sui contratti Wti avanzano dello 0,29% a 100,8 dollari al barile mentre quelli sul Brent guadagnano lo 0,42% a 105,15 dollari al barile. Resta comunque un segnale di debolezza quello che arriva ancora da Pechino, che registra a marzo un surplus commerciale di 47,38 miliardi di dollari, in rialzo sugli 11,83 miliardi di 12 mesi fa e sui 22,4 miliardi stimati dagli analisti, scontando il brusco calo delle importazioni nel mezzo delle rigide restrizioni su scala nazionale per contrastare l'ondata di Covidi-19. L'export, in base ai dati dell'Amministrazione delle Dogane, è cresciuto del 14,7% (in rallentamento ma migliore delle previsioni), mentre l'import ha accusato un calo imprevisto dello 0,1%, il primo da agosto del 2020. Nei primi dei tre mesi dell'anno il saldo commerciale è attivo per 163,33 miliardi di dollari.
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