MILANO – Giornata di audizioni intorno al Documento di economia e finanza del governo Draghi e – sia da parte dell'industria che del sindacato – all'esecutivo viene recapitata una richiesta costante: fare di più. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, parlando in serata ricorda che "il Def è stato redatto in un momento molto complesso". In audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, in merito al Documento di economia e finanza 2022 sottolinea che "l'incertezza quest'anno è maggiore di quella dell'anno scorso. Fare previsioni è sempre difficile, farlo in questo momento è ancora più difficile".
Il titolare delle Finanze, in questo clima d'incertezza, spiega che la previsione del governo tiene conto di una "flessione del Pil nel primo trimestre dovuta soprattutto alla produzione industriale, e di una "graduale ripresa nei prossimi trimestri, scenario in cui la crisi attuale verrebbe gradualmente superata".
Bonomi: "La Germania stanzia 100 miliardi, noi 5"
"Serve una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura", avverte Confindustria, in audizione sul Def con il presidente Carlo Bonomi, in un passaggio in cui si sofferma in particolare sull'impatto delle sanzoni per il conflitto in Ucraina e le misure di sostegno alle imprese. Ed il leader degli industriali sottolinea: "Un'eventuale soluzione ravvicinata del conflitto avrebbe l'effetto di attenuare gli impatti ma non di azzerarli. Ed è per questo che continuiamo a ritenere insufficiente l'approccio di brevissimo periodo sinora seguito dal Governo".
Draghi vuole un patto sui salari. La Cgil una patrimoniale
di
Valentina Conte
Bonomi rivendica che le imprese sono di fatto al fianco dei governi europei quando aderiscono alle sanzioni, "ma occorre approntare gli strumenti adeguati per far sì che non venga distrutto in tutto o in parte il nostro tessuto produttivo". "D'altra parte, se l'Europa si dimostrerà coesa solo sulle sanzioni, occorrerà agire a livello nazionale. E occorrerà farlo con tempestività e con interventi straordinari, adeguati a questa nuova emergenza. La Germania sta stanziando 100 miliardi di euro per sostenere le imprese attraverso linee di credito emergenziali, interventi sull'equity e sovvenzioni per compensare gli aumenti dei costi. Noi con il Def stanziamo 5 miliardi".
Riconoscendo che "pensare di fare un altro scostamento di bilancio" ovvero nuovo deficit che andrebbe ad accrescere il debito pubblico "in una situazione di tassi in crescita, potrebbe essere un problema", Bonomi lancia la palla sul terreno minato dell'aumento dell'inflazione e della richiesta sindacale di adeguare i salari. "Va evitato il pericolo di alimentare ulteriormente la spirale inflattiva con una non corretta politica dei redditi", dice il leader di Confindustria, e avverte: "Non è possibile chiedere alle imprese, che si stanno già fermando per gli aumenti dei costi degli input, anche un aumento del costo del lavoro", che al contrario andrebbe tagliato. Sul fronte dell'aumento dei prezzi servirebbe "una risposta di sistema, un patto a tre con Governo e sindacati", ma "se si pretende di discutere di redditi senza domandarsi come generare le risorse per corrisponderli, sarà tempo perso".
Le critiche dei sindacati
"La prima cosa che intendiamo trasmettere al Parlamento è la nostra grande preoccupazione per quello che sta accadendo e soprattutto per il quadro di incertezza e di progressivo peggioramento che si profila per il nostro paese, e non solo", ha inaugurato le aduzioni dal fronte sindacale la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi. Secondo Cgil "un doppio impatto" dovuto alla coda della pandemia e alla guerra in corso "rischia di scaricarsi in maniera pesante su lavoratori, pensionati e in generale sulle fasce più deboli della popolazione". Per questa ragione, secondo Fracassi, il quadro che il documento di economia e finanza "disegna un quadro che, da un lato, è molto ottimista rispetto alle prospettive", inoltre, "le misure che si accennano nel Def non ci sembrano coerenti con la situazione che il nostro Paese sta affrontando". Nel menu, la Cgil chiede non solo uno scostamento di bilancio e quindi nuovi interventi in deficit, ma anche "un allargamento della tassazione sugli extra profitti, che crediamo siano molto rilevanti, soprattutto su alcuni versanti". E un altro fronte "è quello di un contributo di solidarietà per le grandi ricchezze, i grandi patrimoni almeno sopra il milione di euro. Credo che da questo punto di vista sarebbe un segnale, tra l'altro in parte già evocato nel mese di dicembre dallo stesso Presidente del Consiglio".
Sulla crescita, nel Def "la previsione è a nostro avviso molto fragile, perché anche il secondo trimestre dell'anno si preannuncia negativo", avverte la Cisl. Tra i vari passaggi di una analisi ampia, punto per punto, la Cisl sottolinea: "Lo scenario tendenziale del Def, ipotizza una sostanziale rinuncia dei lavoratori al recupero dell'inflazione che, ovviamente non può trovarci d'accordo. Se lo stesso Governo stima che l'impennata dei prezzi sia frutto di una speculazione che, per poche aziende, produrrebbe almeno 40 miliardi di euro di profitti straordinari, non si può pacificamente accettare che il prezzo di questa speculazione sia addossato ai lavoratori, né si può dare per scontato che gli andamenti di mercato redimeranno nel tempo gli effetti economici di comportamenti che con il mercato hanno poco a che fare e che, piuttosto, sembrano essere frutto di una sorta di cartello oligopolistico tra i distributori di prodotti energetici". "La nostra richiesta – prosegue la Cisl – è quindi di convocare al più presto un tavolo tecnico tra Governo e parti sociali per verificare l'effettivo andamento dei prezzi degli energetici all'importazione e sterilizzare dalla detrazione applicata all'Ipca nella determinazione degli indicatori per gli aumenti contrattuali la parte di inflazione non riconducibile agli stessi".
Critiche anche dalla Uil: "Il Def non ha colto in pieno tutte le novità che ci sono in questo momento nel quale alla pandemia che ancora non è finita, anzi ha effetti molto pesanti, si è aggiunta la vicenda drammatica della guerra in Ucraina", ha detto il segretario confederale Domenico Proietti. Nel Def c'è una "visione parziale", avverte la Uil, mentre c'è "la necessità di inquadrarlo in una visione complessiva", e che sia legata anche al Pnrr. Comune alle altre sigle la proposta d'intervento: tra i vari punti sottolineati, la Uil chiede anche che ci sia un "nuovo scostamento di bilancio". E di "aumentare la tassazione sugli extraprofitti", nel settore dell'energia portandolo dal 10 al 30% ma anche estendendola "a tutte le altre attività che anche durante la pandemia hanno realizzato profitti incredibili". Serve poi, "una svolta epocale nella lotta all'evasione fiscale per non perpetrare una profonda ingiustizia".
Commenti recenti