Festa e preghiera per il Lunedì dell'Angelo a San Pietro. Sarà infati Blanco, il vincitore del Festival di Sanremo insieme a Mahmood con la canzone "Brividi", a cantare per gli adolescenti che arriveranno da tutta Italia, il 18 aprile, per l'incontro di preghiera con papa Francesco. Ad annunciarlo è stato il responsabile dell'Ufficio nazionale della Cei per la pastorale giovanile, don Michele Falabretti, durante il briefing di presentazione dell'evento.
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di
Paolo Rodari
Il Pontefice arriverà in piazza San Pietro per presiedere la Veglia di preghiera alle 18.00, ma i ragazzi – che cominceranno ad affluire in piazza dopo il Regina Caeli, a partire dalle 14.30 – vivranno prima della Veglia di preghiera con Francesco un momento di festa, che inizierà alle 16.00 con alcuni di loro che "racconteranno" l'oratorio – ha spiegato Falabretti – offrendo così uno spaccato della vita degli adolescenti e preadolescenti nelle loro rispettive comunità di appartenenza. A presentare l'evento sarà Andrea Delogu con Michele Bagnato.
Ci saranno anche Giovanni Scifoni e Michele La Ginestra, e alla fine interverrà Matteo Romano. "Mentre preparavamo l'evento – ha riferito Falabretti – avevamo pensato ad un'accoglienza molto semplice, ma man mano che i numeri aumentavano abbiamo dovuto strutturarla in maniera più articolata". Il numero delle adesioni all'appuntamento organizzato dalla Cei è arrivato infatti a 57 mila: i ragazzi saranno accompagnati dai loro educatori – laici, sacerdoti, religiose e religiose – e saranno presente, stando ai numeri di oggi, 60 vescovi.
Sarà il primo incontro del Papa in Vaticano con i ragazzi italiani dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia. Un ulteriore segnale di ripresa della normalità dopo l'annuncio che le udienze generali riprenderanno a tenersi nella Piazza.
"Con il pellegrinaggio degli adolescenti a Roma e il loro incontro con il Papa, desideriamo incoraggiare e dare segni disperanza a chi si spende per la crescita dei ragazzi e a chi guarda alla comunità cristiana come custode di un futuro di vita che nasce dalla fede in Gesù risorto", afferma don Michele. "Mentre questo tempo continua a metterci alla prova – aggiunge – non vogliamo far cadere il senso di responsabilità rispetto alle attività educative che da sempre connotano la pastorale ordinaria delle nostre Diocesi".
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