Mario Draghi torna a indossare i panni del mediatore per cercare di smussare le frizioni nella maggioranza. E lo farà mercoledì. Sarà lui – che stamattina è volato ad Algeri per sottoscrivere un patto sull'energia e far fronte alle ripercussioni della guerra in Ucraina – ad incaricarsi di un chiarimento chiesto dal centrodestra sulla riforma fiscale con un incontro che si terrà dopodomani, quando il premieri incontrerà insieme la delegazione della Lega e con quella di Forza Italia sulla delega fiscale.
"Stiamo chiedendo a Draghi di andare avanti, senza mettere nuove tasse", ha insistito anche oggi Matteo Salvini. "Qualcuno – ha aggiunto – non ha ben chiari i costi che le famiglie stanno sostenendo". Ad annunciare la richiesta di un incontro era stato il centrodestra di governo, giovedì scorso "con l'obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi", dopo la riunione del leader leghista con i responsabili economici del suo partito.
Draghi, dunque, vedrà Salvini, Antonio Tajani e i capigruppo dei due partiti che hanno minacciato di non votare il provvedimento in Parlamento, facendo crescere il rischio, non escluso neanche dal premier, che sulla delega fiscale il governo ponga la fiducia. Vero è che Draghi concederà qualcosa se capirà che i leader del centrodestra ricercano un'intesa. Tirerà dritto, invece, se dovesse accorgersi che l'obiettivo è mettere in crisi l'esecutivo. Da parte sua il segretario del Pd Enrico Letta lancia l'allarme: "Così non si può andare avanti-dice all'Huffington Post – La continua minaccia di crisi da parte del centrodestra di governo indebolisce questa esperienza. Lo stesso incontro richiesto da Salvini a Draghi risponde sempre alla logica degli ultimatum. Auesto atteggiamento irresponsabile e inaccettabile sta facendo spegnere la candela".
L'ombra sovranista francese preoccupa anche Draghi. Che ora teme Salvini e Conte
dal nostro inviato
Tommaso Ciriaco
Il nodo giustizia
Una tensione che sale anche sulla riforma del Csm, dove, trovata la quadra "tecnica" con un'intesa di massima su una proposta che deve essere vagliata in commissione, si è aperto lo scontro più prettamente politico: sulle barricate c'è sempre la Lega. E anche il M5S, dopo settimane di pressione sul governo, ora chiede responsabilità sul nuovo Csm.
L'ombra sovranista francese
Sullo sfondo, la corsa per l'Eliseo e il risultato raggiunto dalla leader dell'estrema destra Marine Le Pen, che si è aggiudicata il ballottaggio con Emmanuel Macron. Di certo c'è che l'ombra sovranista francese preoccupa Draghi che ora teme Salvini e Conte. Il premier, infatti, ha lavorato negli ultimi mesi a rafforzare l'intesa conMacron anche in chiave Ue, mentre i partiti della maggioranza si dividono sul sostegno ai principali candidati. Nel centrodestra è proprio Salvini ad essere legato a Le Pen da una storica alleanza, siglata nel 2013, ben prima della nascita del fronte sovranista in Europa. Il timore del premier è che la guerriglia politica aumenti d'intensità proprio nelle prossime due settimane, quando l'Europa si concentrerà sulla campagna per le Presidenziali francesi. Con Macron in vantaggio ma con una vittoria tutta da conquistare.
Meloni: "Indegna la fiducia su legge delega"
Secondo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, "nel merito" della delega fiscale "c'è poco o niente, se non la riforma del catasto, che nei documenti del governo dice di essere funzionale all'aumento delle tasse della casa richiesta dall'Ue. Nel metodo credo sia indegno che per la prima volta nella storia della Repubblica il governo chieda o rischia di chiedere la fiducia su una legge delega. Il governo si è scritto la delega da solo, vuole mettere la fiducia in Parlamento rendendo nullo il lavoro di quest'ultimo e poi scriversi anche i decreti attuativi. Si sta scivolando verso un sistema che non è esattamente quello della democrazia parlamentare".
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