Lo sente il brusio in sottofondo? Queste trenta persone non si conoscevano, non si erano mai viste né si erano mai parlate prima. Ascolti e guardi come interagiscono, sem- brano amici che si sono ritrovati. La connessione con la natura e l’approccio biodinamico alla vigna fanno anche questo effetto”. L’effetto, cioè, di rompere barrie- re, difese troppo alte, pregiudizi, e di unire le persone nel segno di un comune obiettivo che ha al centro uomo e armonia con l’uni- verso. È questa, al di là di ogni spe- cifica nozione, la lezione di fondo che Adriano Zago impartisce da oltre quindici anni.
Lui è il guru della biodinamica. Quarantacinque anni, enologo, agronomo, consulente, docente di fama internazionale, ha fonda- to master di successo che espor- ta in tutto il mondo. Colui che ha portato alla transizione biodina- mica aziende come Avignonesi, cantina toscana che oggi produce 600mila bottiglie (con 8,8 milioni di fatturato), Castello dei Rampolla a Panzano, nel cuore del Chian- ti Classico, e che insegna in realtà come Ceretto, nome storico e ico- nico delle Langhe. Creature di cui ha esaltato l’anima. “Non teorizzo proclami, ma porto esperienze concrete”, dice l’esperto. Perché biodinamica per Zago non è un esercizio di retorica, moda o pole- miche, ma un modo di essere che spazia dal rigore e dai contenuti scientifici applicati in vigna all’opportunità di alitare nuova vita sul- le piante, sulla terra, sugli animali tramite metodi agricoli naturali, ma anche attraverso un cambio di prospettiva e di mentalità. Veneto, figlio di infermieri, nipote di contadini, Zago ha frequentato la scuola di enologia di Conegliano per poi laurearsi in Agraria all’Università di Padova, e specializzarsi in Viticoltura ed Enologia a Montpellier. Ha nel curriculum esperienze in Tosca- na, in Francia, in Nuova Zelanda, in Australia, in India. Luoghi in cui ha affinato le sue competenze e messo in valigia esperienze professionali e di vita: dal lavoro in vigna allo yoga. “Ho viaggiato, fatto ricerche e incontri che mi hanno permesso di crescere in consapevolezza – racconta Zago – visitando aziende che andavano contro la rigidità del sistema ‘funziona così’. L’agricoltura biodinamica mi ha aperto la mente permetten- domi di dialogare con i “misteri” della scienza. Ho avuto la fortuna di conoscere anche Peter Proc- tor, una delle figure chiave della biodinamica in Nuova Zelanda, e di studiare a fondo Rudolf Steiner, padre della biodinamica: per lui non è
mai una questione di quantità. E ho imparato un modo diverso di lavorare che regala risultati incredibili, la gente è felice. Nei primi anni Duemila, poi, diversi produttori mi hanno chiesto aiuto per rilanciare la propria azienda, e così ho iniziato a fare il consulente”. E poi il docente.
Da Ceretto ad Alba nelle scorse settimane si è svolto l’ultimo Master “Biodinamica per il vino” or- ganizzato dalla sua società Cam- bium Formazione e tenuto dallo stesso Zago insieme con altri pro- fessori, fra cui Rudy Marchesi dell’azienda Montinore Estate in Oregon, già presidente Deméter Usa. Le prossime tappe saranno in Francia e poi negli Usa. Durante il Master si alternano ore di lezione faccia a faccia, visite aziendali – in vigna e in cantina – degustazioni di vini biodinamici di prestigiose aziende italiane ed internaziona- li, masterclass, incontri con pro- duttori, momenti conviviali per lo scambio e la conoscenza. Il valore aggiunto è l’attenzione ipnotica che i prof riescono a catalizzare parlando di fisiologia, strategie e meccanismi di difesa della pian- ta di vitis vinifera o di gestione fitosanitaria, ma anche del fat- tore umano. “Che è il valore più importante – dice Zago – La biodinamica rende l’ambiente non pericoloso, accogliente, comprensivo. ‘Fai questo e stai zitto’ non funziona. Cento dipendenti non sono (solo) cento stipendi, ma duecento oc- chi. Che guardano, comprendono, vigilano. Perché per coltivare l’unicità occorre capacità di osservazione. Il percorso è segnato: suolo, pianta, cantina, risorse umane”. Tutto si traduce in investimenti aziendali e sulle persone. “I giovani oggi stanno vedendo che cosa non ha funzionato e cercano un approccio nuovo, più efficace”, spiega Zago. Ed è per questo che a Bologna è previsto un campo estivo presso l’azienda “Al di là del fiume” dedicato proprio ai giova- ni. Mentre nel 2023 il progetto Zago volerà in California.
Commenti recenti