CHENNAI. Alla fine non ce l’ha fatta. Le aveva provate tutte per restare aggrappato al potere. Ha sciolto il Parlamento violando la Costituzione e urlando “al complotto!” mentre sventolava un dispaccio diplomatico che, secondo lui, dimostrava ingerenze americane nella politica del Pakistan. Ha tenuto duro di fronte all’evidenza dell’emorragia di dozzine di deputati verso l’opposizione. Ha persino lodato l’acerrimo nemico oltre il confine, l’India, per la sua capacità di resistere alle pressioni americane, sperando in un aiuto dell’ultima ora.
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