ROMA – Mazda ha svelato dal vivo la CX-60: primo Suv del marchio di grandi dimensioni, con una lunghezza di 4,74 metri, ed anche primo modello della Casa destinato all’Europa disponibile con un sistema ibrido plug-in. Una vettura con cui il costruttore amplia non soltanto gli orizzonti nel mercato, andando a sconfinare in un segmento che oggi vede protagoniste vetture blasonate come la Volvo XC60, oppure la Bmw X3, ma con la quale fa, dunque, un passo avanti anche nella strategia di elettrificazione che vede come obiettivo quello di diventare carbon neutral nel 2050.
La CX-60 è il modello di Mazda su cui debutta l’architettura Large Platform, con configurazione a trazione posteriore (o integrale) e motore longitudinale. Sviluppata partendo da un foglio di carta bianca è stata studiata a cominciare dal design per confermare non a parole ma con i fatti le ambizioni premium della Casa. Basta guardala, la giapponese rapisce lo sguardo con forme eleganti e sinuose, frutto della collaborazione dei centri stile Mazda in Europa, Giappone e Stati Uniti, e fa subito la differenza con il frontale “importante” dove fa bella mostra la griglia a tutta larghezza affiancata dai gruppi ottici con una firma luminosa a L.
Anche all’interno la CX-60 segue la stessa filosofia. Propone nei vari allestimenti disponibili (Prime-line, Exclusive-line, Takumi e Homuri) un abitacolo, con un vano di carico che va da 570 a 1.726 litri, ordinato e minimalista, coperto volendo da un tetto in cristallo panoramico e dove rivela il suo carattere lussuoso con materiali ricercati come legno d’acero e tessuti intrecciati. Ogni cosa appare al suo posto, mostrando una radicale cura nella ergonomia, e sono disponibili per la vettura dotazioni da ammiraglia: tra cui un esclusivo sistema di personalizzazione per il conducente che utilizza una telecamera e il riconoscimento facciale in modo da rilevare la posizione degli occhi e l’altezza del guidatore per regolare automaticamente sedile, volante, head-up display e specchietti retrovisori esterni.
Passando alla meccanica, la CX-60 punta a farsi largo nel mercato soprattutto con la versione, ibrida, già ordinabile al prezzo base di 49.950 euro e che varrà secondo Mazda circa 2/3 delle vendite complessive della vettura. Utilizza un motore 4 cilindri benzina di 2.5 litri abbinato a una unità elettrica da 100 chilowatt e a un pacco batterie nel pianale da 17,8 chilowattora. Tutto per una potenza totale di 327 cavalli e 500 newtonmetri di coppia, amministrata da un cambio automatico a 8 marce prodotto ad hoc dal costruttore, e un’autonomia a zero emissioni superiore ai 60 chilometri.
Hiroshima, Giappone, Mazda: i 100 anni di una storia Made in Japan che vede un futuro diverso
di
Ilaria Salzano
Oltre al sistema ibrido plug-in la giapponese sarà proposta in futuro con due inediti propulsori mild hybrid a 48 Volt a 6 cilindri in linea: un benzina 3.0 della famiglia Skyactiv-X e un diesel è un 3.3 e-Skyactiv D. Tutti potranno contare, per fornire le massime prestazioni in piena sicurezza, su un pacchetto di sistemi di assistenza alla marcia, fino a una guida autonomia di livello 2, comprensivo tra le varie tecnologie di Lane Assist associato all’Adaptive Cruise Control e del See Through View che utilizza quattro telecamere e mostra l’immagine della Cx-60 dall’alto facilitando anche le manovre di parcheggio.
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