Potrebbe nascere un nuovo caso Dostoevskij, questa volta però si tratta di musica e balletto. La compagnia, creata unendo ballerini ucraini scappati dal paese invaso e appartenenti all'Opera di Kiev, di Odessa, di Leopoli, dal Teatro Accademico di Kharkiv sotto la direzione di Natalia Iordanov, direttrice artistica dell'Ukrainian Classical Ballet, ieri sera avrebbe dovuto interpretare un grande classico del balletto, Il Lago dei cigni di Cajkovski ma c'è stato un cambio di programma e al teatro di Lonigo (Vicenza) lo spettacolo ha visto andare in scena i ballerini con un altro cult della danza, il francese Giselle.
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"Abbiamo dovuto cancellare dal nostro repertorio, per il momento, Il Lago dei cigni – ha spiegato Natalia Iordanov all'Adnkronos – Confesso di essere preoccupata, Cajkovskij ha scritto tra le pagine più belle della letteratura coreografica dell'800, ma al momento non abbiano scelta. Accanto a Giselle stiamo portando in Italia anche un gran gala. Condividiamo le scelte e l'operato del nostro presidente Zelensky, di tutto il governo, siamo un Paese invaso, siamo in guerra e gli orrori e le violenze, da parte dei russi, a cui stiamo assistendo sono inaccettabili. Un vero e proprio genocidio. L'Ucraina deve continuare a far sentire la propria voce, anche 'bandendo' compositori immensi come Petr Cajkovskij".
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di
Concita Sannino
La decisione è stata presa, come si legge in un comunicato pubblicato sul sito del Comune di Lonigo, dopo i gravi fatti occorsi a Bucha, Hostomel e Mariupol. Gli artisti sono stati contattati dalla National Opera of Ukraine ed il ministero della Cultura ucraino che ha intimato di non portare in scena Il Lago dei Cigni con le musica del compositore russo.
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La storia di questa compagnia neonata in questo momento drammatico creata con i ballerini che dall'Ucraina sono fuggiti a Cracovia e da lì sono arrivati nel nostro paese è quella di quarantasette artisti, per la maggior donne, maschi nemmeno una decina, perché tutti gli altri stanno al fronte. E c'è una neonata, figlia di una coppia di danzatori; in lei, mascotte del gruppo diretto da Ivan Zhuralev, risiede la speranza per il futuro. A capeggiare la compagnia, che ha preso il nome di Ukrainian Classical Ballet, due étoiles celeberrime in patria, Olga Golitsya e Iurii Kekalo, al quale l'Opera di Stato ungherese dove lui attualmente lavora ha consentito di unirsi ai compatrioti esuli per questo progetto. "Sparsi per il mondo ci sono centinaia di ballerini e cantanti di opera rimasti senza casa e senza lavoro, senza una sicurezza per i nostri bambini e i nostri anziani – hanno detto qualche giorno fa gli artisti ucraini – Non sappiamo come tornare nelle nostre case, dalle nostre famiglie che non hanno possibilità di uscire dal Paese. Così abbiamo deciso anche noi di combattere, continuando a danzare per voi. Con il vostro sostegno ce la possiamo fare. Siamo pronti a mostrarvi la nostra arte e la nostra forza".
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