Minaccia di lanciarsi dal sesto piano perché il padre non accetta la sua omosessualità, scavalca la ringhiera deciso a buttarsi ma due poliziotti lo afferrano e lo salvano. Tragedia sfiorata mercoledì sera nel quartiere Lingotto, a Torino dopo l’ennesima lite tra il giovane e i suoi genitori legata al suo orientamento sessuale. Quando è arrivata la chiamata agli agenti del commissariato Mirafiori, il giovane era già a cavalcioni sul balcone, i due poliziotti della squadra volante del commissariato, Enrico e Renato, non ci hanno pensato due volte: si sono precipitati in casa, lo hanno preso e con la forza ritirato dentro.
«Era intenzionato a lanciarsi, non era una minaccia – spiegano i due agenti -. Era sera, ci hanno chiamato per un litigio e non era prevedibile quanto la situazione fosse critica, poi le urla e da giù abbiamo visto il ragazzo al di là della ringhiera. Abbiamo subito chiamato l’ambulanza e ci siamo lanciati per le scale, facendo i sei piani di corsa. Continuava a dire “appena arriva la polizia, mi butto”».
Mentre gli agenti salivano, il padre, 71 anni, ha provato a trattenerlo, «ma da solo era difficile. Il giovane continuava a spingersi con mani e piedi, si faceva forza per trascinarsi giù. Era deciso». Attimi concitati finché il giovane non era al sicuro oltre la ringhiera. «I genitori ci hanno ringraziato, commossi -, spiega il vicequestore Valentina Irrera ricordando quei momenti – hanno capito l’importanza dell’intervento tempestivo».
Gli agenti Renato ed Enrico hanno ricevuto i ringraziamenti dell’assessore della Città di Torino Jacopo Rosatelli che ha voluto incontrarli in Questura. «Hanno salvato la vita di una persona che voleva suicidarsi in ragione di una condizione difficile che viveva nella sua famiglia perché era omosessuale – spiega l’assessore -. C’è un proverbio che dice chi salva una persona salva un mondo intero e loro hanno salvato il mondo intero, quindi grazie dalla Città di Torino».
L’assessore ha ricordato come l’intervento sia avvenuto «in un contesto difficilissimo», e come «continuano a esistere famiglie in cui l’orientamento sessuale non viene accettato, a volte la non accettazione porta ai drammi e a gesti drammatici».
In questo caso il tempestivo intervento degli agenti lo ha impedito. «Sono commosso da questo gesto, per questo il riconoscimento della città». Ai due agenti ha aggiunto, «per voi non esistono domeniche, ferie o festività. Prima viene il dovere a cui siete chiamati, poi vengono le vostre esigenze. Dimostrando di saper mettere prima della vostra vita quella di un’altra persona. Il Questore sa quanto la città di Torino, a partire dal sindaco, creda nella libertà e nella non discriminazione, promuovendo una politica di autodeterminazione».
«Sono orgoglioso dei nostri agenti, questi sono purtroppo interventi quasi quotidiani ed è nel nostro Dna fare il meglio – sottolinea il questore di Torino, Vincenzo Ciarambino -. Abbiamo recuperato un ragazzo e speriamo possa esprimersi nelle arti e nelle attività al meglio. Ci auguriamo che trovi nel futuro fonte di maggiore felicità». Sottolinea, ancora il questore «la tendenza della Città ad aiutare chi ne ha bisogno, siamo tra i primi ad aver promosso un protocollo per recuperare autori di stalking».
La Città di Torino, ha ricordato l’assessore «è a disposizione di chi cerca alternative quando la vita domestica diventa insostenibile, cito ad esempio i progetti housing protetto. La nostra città è attenta a questo genere di bisogni, non perché tutte le persone Lgbt subiscano simili vicende, i tempi stanno cambiando e la stessa Polizia dimostra il cambiamento dei tempi, come tutte le istituzioni. La situazione complessiva non è particolarmente negativa ma questo non significa che non resistano sacche di incomprensione e disagio legato al proprio orientamento sessuale che può portare anche a togliersi la vita. Questo giovane uomo se riterrà avrà modo di entrare in contatto con l’associazionismo torinese, con il coordinamento Torino Pride e altre realtà. La città è pronta a sostenerlo».
Commenti recenti