Il giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni è entrata in camera di consiglio alle 11, dicendo a tutte le parti di tornare tre quarti d'ora dopo: quando pronuncerà la sua decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio di 59 persone per il crollo di ponte Morandi.
Quasi quattro anni dopo il disastro del 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone, con due incidenti probatori alle spalle, è il momento del verdetto per gli ex dirigenti di Autostrade, a partire dall'allora amministratore delegato Giovanni Castellucci, per vertici e funzionari di Aspi, della società "gemella" Spea e del ministero delle Infrastrutture.
Le richieste dell'accusa e il patteggiamento di Aspi
Il gup deciderà chi mandare a dibattimento, con l'accusa comune a tutti gli imputati di omicidio colposo (altre contestazioni sono omicidio stradale, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza, falso, omissione d'atti d'ufficio) oppure proscioglimento.
La svolta
Ponte Morandi: Autostrade e Spea verso l'uscita dal processo con un patteggiamento da 30 milioni
di
Marco Lignana
In più, il gup dovrà accogliere o meno l'accordo di patteggiamento con i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno trovato dalle due società Autostrade per l'Italia e Spea, imputate per la responsabilità amministrativa in relazione al comportamento dei propri dipendenti: quasi 30 milioni di euro per uscire dal procedimento penale.
I parenti delle vittime
Prima dell'udienza Egle Possetti, portavoce del comitato che dall'agosto del 2018 riunisce i familiari delle vittime, ha messo le cose in chiaro: "Noi, dopo tutto quello che abbiamo passato, ci aspettiamo tempi brevi e nessun intoppo. Anche se stare tranquilli sarà difficile, dopo tutto questo tempo, e non possiamo fidarci finché non sarà presa l'ultima decisione del processo".
Possetti aggiunge che "nel momento in cui ci saranno i rinvii a giudizio ci saranno i tempi tecnici per far partire il dibattimento, noi ovviamente ci aspettiamo tempi brevi perché tutto dovrebbe proseguire senza rallentamenti. Poi, come abbiamo detto tante volte, – ha continuato la portavoce, che nel disastro di quattro anni fa ha perso la sorella, il cognato e due nipoti – finché non sarà scritta l'ultima riga di questa vicenda giudiziaria non saremo, potremo star tranquilli".
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