La Terra ha una data di scadenza, o almeno ce l'ha il momento in cui la la cui limitare la crisi climatica non sarà più possibile. Quella data è tra tre anni. Lo dicono i riercatori e i dottorandi, militanti del movimento Extinction rebellioon e Scientist rebellion che questa mattina hanno organizzato un flash mob davanti alla sede regionale di corso Bolzano 44. Citano le parole del segretario delle Nazioni Unite Antonio Gutierres che alla presentazione del report Ipcc che presenta la situazione ambientale e climatica del pianeta ha detto: "Ritardo significa morte".
I manifestanti hanno incollato alle porte della sede regionale volantini con stampate le pagine del report Ipcc imbrattate con le impronte di mani insanguinate.
"Questa non è una battaglia generazionale ma una battaglia di tutti – dice Beatrice, 29 anni, dottoranda nel campo delle energie rinnovabili. "Abbiamo tre anni per arrivare al picco delle emmissioni, ma dal 2025 quella cifra deve necessariamente cambiare o supereremo i tre gradi di surriscaldamento climatico. Un mondo del genere non sarà un mondo abitabile".
Gli obiettivi degli accordi di Parigi sono già superati. "E' necessario ridurre del 43 per cento le emissioni, con i valori attuali andiamo verso un rialzo termico di 3,2 gradi. Invece di calare, però, stiamo crescendo del 14 per cento entro il 2030".
I tempi dei cambiamenti climatici sono lunghi perché lunghissima è la permanenza delle emissioni nell'atmosfera, possono restare sospese anche decine di anni.
"Le emissioni che hanno modificato il clima oggi sono quelle di 60 o 90 anni fa", dice Valentina, 27 anni, economista ambientale. "Gli effetti delle emissioni oggi li vedremo tra molti anni e sarà tardi". Per questa ragione – chiedono i manifestanti – "l'azione climatica deve essere immediata". La mobilitazione torinese entra in un quadro di protesta internazionale. "Dal 4 al 10 aprile gli scienziati di tutto il mondo compiranno azioni di disobbedienza civile non violenta"
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