Scoppia la polemica in Rai dopo la notizia della striscia quotidiana di informazione del Tg3 affidata a Marco Damilano che, a partire da settembre, andrà in onda dalle 20,35 alle 20,45. Tanto che i cdr dei Tg della tv di Stato valutano lo sciopero. Il sindacato del telegiornale di Rai2 ha infatti convocato un'assemblea per venerdì 8 aprile in protesta non solo per la scelta dell'azienda di affidare all'ex direttore de L'Espresso la striscia in questione, a fronte dei circa 2000 giornalisti interni al Servizio Pubblico, ma soprattutto per la coincidenza temporale della Striscia con il Tg2 che inizia, come noto, alle 20,34 circa. Simili i motivi della protesta del Tg1 con il comitato di redazione che ricorda anche le recenti edizioni dei tg tagliate e chiede spiegazioni sulla scelta ricaduta su Damilano, dimmessosi da poco dalla direzione dell'Espresso.
"Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all'esterno dell'azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina, all'inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando), al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d'informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte – scrive il Cdr del Tg1 in un comunicato – Non abbiamo bisogno dell'ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti. Chiediamo all'azienda di conoscere i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano per condurre una striscia informativa prevista alle 20.35 su Rai Tre. Chiediamo inoltre di conoscere quali sono i costi che la nuova trasmissione comporterà".
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"La decisione dei vertici aziendali è ancora più grave – prosegue la nota – per la coincidenza di orario del nuovo programma con un'edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta di un'assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell'Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l'incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale. Il Cdr del Tg1 ribadisce che è inaccettabile da un lato operare tagli all'informazione (dalle edizioni alle troupe) in una presunta ottica di risparmio dei costi e dall'altro assumere esterni a caro prezzo. Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico. La decisione di affidare a un collega esterno una trasmissione d'informazione è l'ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne. Ci aspettiamo invece una dirigenza capace di valorizzare e promuovere i colleghi che già compongono la grande famiglia Rai", conclude la nota del Cdr del Tg1.
Intanto, per venerdì è stata convocata un'assemblea soprattutto per protestare per la coincidenza temporale della Striscia con il Tg2 che inizia, come noto, alle 20,34 circa. Una coincidenza temporale che il comitato di redazione ritiene "offensiva", considerato che le strisce informative si occupano della notizia del giorno e che la sovrapposizione tematica in quei dieci minuti è, dunque, inevitabile, così come la conseguente concorrenza proprio sul core business dell'Azienda: l'informazione. Il Cdr del Tg2, che già avrebbe sondato lo stato d'animo prevalente nella testata, chiederà, quindi, all'assemblea di pronunciarsi sulla proclamazione dello stato di agitazione e su un eventuale mandato a proclamare 3 giornate di sciopero, senza abdicare al senso di responsabilità a fronte della guerra in Ucraina.
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