Caro Merlo, spesso Zelensky lancia appelli alle madri dei soldati russi. L'ultimo, nel video di domenica: "Voglio, che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel". Effettivamente, "La madre" di Maksim Gor'kij, scritto nel 1906, non è solo il romanzo che diede inizio al realismo socialista, che sarebbe poi diventato orrendo, ma anche quello che, scrisse Stephen Zweig, "scosse l'intera Europa perché dava la parola un'altra Russia, sconosciuta, la cui voce proveniva dal petto oppresso e sofferente di un popolo intero". Gor'kij che, come lei sa, era legatissimo a Sorrento, che gli ha dedicato una statua in piazza della Vittoria, morì nel 1936 e, al funerale, la bara fu portata a spalla da Stalin, il quale è sospettato del suo avvelenamento. E "La Madre" è molto meglio di quanto si creda.
Maruska Fiorentino, Napoli
I torturatori, gli stupratori, gli assassini dei civili non si comportano da soldati. L'onore militare, pur nella tragedia della guerra, è il rispetto del nemico. Ecco perché Putin e i suoi generali, oltre che invasori, sono criminali di guerra. Dunque, per loro non va bene "La Madre" di Gor'kij che, anche secondo me, vale più del realismo socialista che pure rappresenta. Per i macellai di Bucha ci vuole quell'incipit di Pasolini: "Mi domando che madri avete avuto. / Se ora vi vedessero al lavoro/ che sguardo avrebbero negli occhi?".
Caro Merlo, lei ha scritto che Aldo Cazzullo "ha sottoposto a verifica molte frasi celebri". Invece, l'autore del libro "Chi (non) l'ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate" è Stefano Lorenzetto.
Massimo Bolla
Non ho mai citato il bel libro di Stefano Lorenzetto sulle citazioni sbagliate e dunque, almeno per questa volta, non entro tra gli spacciatori di falsi "ipse dixit". Senza nulla togliere a Cazzullo, tra le scoperte di Lorenzetto c'è quella su Indro Montanelli che "non scrisse mai 'turatevi il naso, ma votate Dc', una frase che peraltro non era sua, ma di Gaetano Salvemini, e anzi, secondo Giorgio Vecchiato, classe 1925, era di Adolf Hitler". È dunque una balla, ma di quelle che resistono alla verità, alla storia. Addirittura, ci sono balle che la storia l'hanno fatta. Aldo Moro non pronunciò l'espressione che meglio lo riassume: "convergenze parallele". La si deve a Eugenio Scalfari sull'Espresso : "Il governo geometrico", 24 luglio 1960. E non solo Moro non smentì, ma "non so nemmeno" disse "se l'espressione convergenze parallele l'ho mai pronunciata o se mi è stata attribuita". Secondo Mino Martinazzoli "sostanzialmente autenticò la balla perché l'espressione gli somigliava". Scalfari disse che era "una cineseria".
Caro Merlo, durante la pandemia, grazie ai No Vax ero convinto di aver letto e sentito tutto quello che la stupidità umana può scrivere e dire. Errore! Leggendo l'articolo di Lorenzo De Cicco sul convegno della commissione Dupre, mi sono dovuto ricredere. Fra le tante perle cito "la guerra in Ucraina è come una fiction", con "materiale prodotto ad hoc". Ma è giusto dare spazio su giornali e tv a questi ….?
Paolo Moglia
Invece di misurare lo spazio che guadagnano, pensi a quello che stanno perdendo in rispetto, credibilità e fiducia. C'è un aforisma per tutto:" Ci vogliono decenni per farsi una reputazione e cinque minuti per rovinarla". Di cinque minuti ne sono passati tanti.Original Article
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