L’ha tenuta sotto ricatto per un tempo lunghissimo, costringendola a mandargli immagini “hot” senza nemmeno che si fossero mai visti e conosciuti di persona. Mandami le tue foto, riprendi anche il viso, voglio vederti in faccia” le scriveva obbligandola a ritrarsi in atteggiamenti intimi contro la sua volontà. Un’altra storia terribile di revenge porn a Torino, che colpisce perche questa volta a essere caduta nella trappola è stata una giovane carabiniera.
La donna era disperata. Lo supplicava di smetterla. Ma lui non aveva pietà. “Devi farlo, altrimenti metto tutto su un cd e lo mando a tua madre e al comando” era il ricatto che per la donna era una morsa che l’aveva portata a diventare un burattino nelle sue mani. Aveva carpito la sua fiducia con l’inganno, si era spacciato per un collega, aveva usato un falso nome. E lei gli aveva creduto anche se il loro rapporto viaggiava solo sulla rete. Quando poi ha deciso di chiudere la relazione, sono iniziati i ricatti pesantissimi.
Ma anche se fisicamente non c’è stato mai alcun contatto tra loro, l’uomo deve rispondere anche dell’accusa di violenza sessuale aggravata. È questo infatti che secondo l’accusa della procura, l’uomo è riuscito a fare: si è trattato di uno “stupro” virtuale, avendola costretta a compiere atti sessuali contro la sua volontà.
Fino a quando la carabiniera ha vinto la paura, si è confidata anche con i colleghi e ha trovato il coraggio di denunciare tutto e liberarsi finalmente dal terribile ricatto a cui era sottoposta da anni. L’uomo è a processo, in questi giorni in tribunale a Torino, e deve rispondere anche di stalking e violenza privata.
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