PERUGIA – Mentre la sua città era ancora offuscata dalla nebbia acre delle bombe, venerdì mattina Sasha non vedeva l'ora di tornare in classe per sedersi accanto al suo nuovo compagno di banco, Alex, russo d'origine. A millecinquecento chilometri di distanza, i missili dell'esercito di Putin avevano devastato l'aeroporto militare di Ivano-Frankivsk, la cittadina ucraina che il piccolo ha dovuto abbandonare di tutta fretta per rifugiarsi in Italia.
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