Aveva visto fucilare davanti ai suoi occhi il professor Quintino Di Vona, noto antifascista di Milano, e da allora la sua scelta partigiana era diventata ancora più ferma, anche se lui allora era solo un ragazzo di 22 anni. Carlo Simone è morto ieri, a 98 anni, nella sua Inzago, dove era arrivato bambino da Andria, in Puglia, sfollato con tutta la famiglia. Qui aveva cominciato a fare politica col professore Di Vona, grande latinista, ucciso a 50 anni nella pubblica piazza e lasciato per spregio lì per giorni, perché tutto il paese si spaventasse e capisse che cosa succedeva a chi si opponeva al regime.
Carlo Simone, suo alievo e compagno di lotta, era con lui, a mani alzate, quando partirono i colpi di fucile. Li avevano arrestati assieme. Di Vona e Simone vennero portati al comando della Brigata nera Aldo Resega, e poi dopo un brutale pestaggio, messi entrambi al muro. Il plotone di esecuzione fascista fece fuoco, Di Vona cadde sotto al piombo. Carlo Simone, aveva 22 anni, era sicuro di morire anche lui.
"Li conoscevo bene quei fascisti, erano dei ragazzetti più giovani di me, non erano persone intelligenti, ci avevano picchiati perché volevano i nomi dei nostri compagni partigiani. Non riuscendo a farci confessare, avevano deciso di ammazzarci. Dopo aver sparato al professor Di Vona, ne avevano preso a calci il cadavere davanti ai cttadini, in piazza. Li conoscevano tutti ad Inzago questi fascisti, avevano dai 15 ai 17 anni. Non so perché mi risparmiarono, ma da quel giorno non abbiamo mai smesso di ricordare il suo sacrificio e di lottare contro i nazifascisti anche in suo nome", ricordava Carlo Simone nelle sue testimonianze e nelle cerimonie che l'Anpi, associazione partigiani, ogni anno organizza.
Simone era presidente onorario della Sezione Anpi Quintino Di Vona di Inzago. In lutto l'Associazione partigiani milanese: "Con Quintino Di Vona, che aveva contribuito alla nascita del Cln nella scuola milanese, Simone condivise tutto – racconta Roberto Cenati, presidente provinciale Anpi -. La casa milanese dell'insegnante divenne punto di riferimento per la Resistenza: vi si stampavano volantini, vi si raccoglievano armi, vi si ospitavano ebrei e partigiani. Di Vona tornava ad Inzago, dalla famiglia, soltanto la sera. Avvisato di essere già nella lista nera, a Di Vona fu offerto di fuggire in Svizzera, ma rifiutò: "Bisogna stare qui. E' qui che si lotta e si vince" rispondeva. Quando Di Vona gli propose di collaborare con la Resistenza, Carlo accettò, con il compito di recuperare materiale e notizie che potessero servire ai partigiani che si erano rifugiati in montagna. All'alba del 7 settembre 1944 un gruppo di giovanissimi militi della Brigata nera partito da Monza, fece irruzione nella casa di Carlo Simone e vi trovò il professor Quintino Di Vona".
Dopo la guerra, Carlo fu tra i fondatori dell'Anpi a Inzago e la sua vita è stata una testimonianza di quei valori per i quali aveva lottato e rischiato la vita durante la Resistenza. Il 15 Ottobre 2016 gli fu conferita la medaglia e il diploma di Combattente per la libertà. Nel 2007 fu pubblicato un suo libro dal titolo "1943/1945- La Resistenza a Inzago" e nella prefazione scrisse : "Affinché i giovani conoscano e non dimentichino quanto i loro nonni hanno fatto per la conquista della libertà". Carlo partecipava sempre alla commemorazione di Quintino di Vona, ricordava con commozione i momenti drammatici vissuti il 7 settembre e la barbara esecuzione del suo amico e compagno di lotta. Non mancava di sottolineare l'importanza della Memoria e i valori per i quali hanno lottato i Combattenti per la Libertà: la pace, la giustizia sociale, la realizzazione di un mondo migliore.
Commenti recenti