La decisione russa di lasciare il Consiglio d'Europa non è un semplice gesto di ripicca per la sospensione che le era stata inflitta con un voto quasi unanime dopo l'invasione dell'Ucraina. Indica il cambiamento di postura e di identità che Putin vuole imporre al proprio Paese. Con un sol gesto il despota rinnega la natura europea dell'impero che vorrebbe ricostruire sulle macerie di Kiev e rigetta la Carta dei diritti umani la cui tutela è la ragion d'essere che tiene uniti i 46 Paesi che fanno parte del Consiglio.
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