Sì, il 2021 è stato davvero un anno fortunato per l’atletica italiana. Agli ori già festeggiati nei giorni di Tokyo e passati direttamente alla storia, se ne aggiunge un altro. È spuntata nelle ultime ore la squalifica di uno dei velocisti sudafricani, primo frazionista della 4×100 vincitrice proprio davanti all’Italia, alle World Relays, i campionati mondiali di staffetta di Chorzow, in Polonia, del maggio scorso. Il 22enne Thando Dlodlo è stato infatti squalificato per due anni e mezzo dopo essere risultato positivo al testosterone a un controllo avvenuto nell’aprile 2021. Il campione di Dlodlo in questione era stato raccolto ai Campionati Nazionali sudafricani. Nel frattempo Dlodlo aveva partecipato alle World Relays con Akani Simbine, Gift Leotlela e Clarence Munyai, e l’oro nella 4×100 in 38.71 sull’Italia (39.21): la staffetta azzurra era composta in quell’occasione da Fausto Desalu, Marcell Jacobs, Davide Manenti e Filippo Tortu. Tre mesi più tardi, all'Olimpiade, con Lorenzo Patta in prima frazione e Desalu in terza, gli azzurri strapazzarono il record italiano in 37.50 e anticiparono di un centesimo la squadra britannica, con Mitchell-Blake in ultima frazione. Anche i britannici, però, si sono nel frattempo visti sfilare l’argento per la positività del primo frazionista Ujah.
Salgono a tre i titoli azzurri
Una gara falcidiata anche quella di Chozow: nell’ordine d’arrivo restano solo tre squadre, Italia, Giappone (argento) e Danimarca (bronzo). Squalificate per doping o per perdita del testimone Sudafrica, Germania, Olanda, Brasile e Ghana. In Polonia l’Italia aveva vinto anche la 4×100 femminile (in 43”79) con Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongioni e Vittoria Fontana (più Johanelis Herrera, che aveva corso solo in batteria) e la 4×400 mista (3’16”60) con Edoardo Scotti, Giancarla Trevisan, Alice Mangione e Davide Re.
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