Che il figlio sia stato ammazzato da un unico calcio, non ci hanno mai creduto. Ed oggi, dopo sette anni di battaglia dentro e fuori alle aule di giustizia, è arrivata una decisione che quanto meno ordina ad una Corte d'Assise di valutare l'ipotesi che altre persone abbiano picchiato così selvaggiamente un ragazzo di venticinque anni da togliergli la vita.
A partire dal prossimo 9 giugno, dovranno affrontare il processo Gabriele Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello, i tre buttafuori accusati di aver avuto un ruolo nell'omicidio di Aldo Naro, giovane medico letteralmente ammazzato di botte nel febbraio 2015 all'interno della discoteca Goa di Palermo.
Il giudice per l'udienza preliminare Rosario Di Gioia ha accolto la richiesta della procura della Repubblica e delle parti civili, rinviando a giudizio per omicidio volontario i tre buttafuori, individuati anche grazie alla perseveranza della famiglia della vittima.
"Da sempre sosteniamo che a uccidere nostro figlio non sia stato soltanto il minorenne già condannato – hanno commentato soddisfatti, quasi commossi il generale Aldo Naro e la moglie Anna Maria Ferrara – Dopo sette anni, arriva finalmente una pronuncia che ci fa ben sperare per il definitivo accertamento delle responsabilità dei singoli partecipanti all'omicidio. Ci batteremo con tutte le nostre forze per ottenere giustizia".
Della sentenza che ha condannato a dieci anni di carcere il solo Andrea Balsano, diciassettenne all'epoca dei fatti, non si sono mai accontentati. Non poteva essere stato lui – hanno sempre sostenuto – l'unico responsabile. Per questo, assistiti dagli avvocati Antonio e Salvatore Falzone, per anni hanno combattuto, resistendo anche a due richieste di archiviazione presentate dalla procura.
A dare una svolta al caso, la nuova autopsia, eseguita dai periti Umberto Sabatini e Domenico Laganà nel settembre 2020, dopo l'esumazione del corpo del giovane medico. Accertamenti che si sono rivelati fondamentali perché hanno dimostrato senza ombra di dubbio come le lesioni sul suo corpo non potessero essere compatibili con l'aggressione di un'unica persona. E il supplemento di indagine, ordinato dalla procura, ha confermato che i tre buttafuori potrebbero aver avuto un ruolo nell'omicidio.
"Sono stati anni durissimi – hanno affermato oggi nel corso dell'udienza preliminare i legali della famiglia Naro, gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone – per i genitori e per la sorella di Aldo Naro. Anni caratterizzati da un senso di frustrante solitudine e isolamento. La vicenda Naro ha avuto finora uno sviluppo processuale complesso ed è stata caratterizzata anche da aspetti inquietanti, come ad esempio la sparizione della Tac dagli archivi del Policlinico di Palermo".
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