La Lombardia è promossa alla zona gialla, l'Abruzzo potrebbe essere retrocesso nella fascia rossa. Spinte e controspinte sulla prima linea della lotta al Covid. La buona notizia arriva dal cuore dell'epidemia, dalla regione al centro di questa pandemia iniziata a febbraio e che non vuole finire. Il governatore Attilio Fontana, stremato da infinite polemiche, questa volta esulta: "Il ministro Speranza mi ha informato che venerdì firmerà l'ordinanza che porta la Lombardia nella fascia gialla. Il provvedimento sarà operativo da domenica".
L'ultimo giorno della settimana sarà finalmente possibile circolare in tutto il territorio della regione ed eventualmente raggiungere altre zone in giallo. Si rompe, dunque, l'assedio soffocante che aveva schiacciato dieci milioni di persone nei loro comuni, togliendo loro la possibilità di spostarsi, anche se solo di pochi chilometri. Ora la circolazione può riprendere e gli spostamenti non sono più un preoccupazione, fra controlli e multe. Non solo: l'altra grande novità è l'apertura dei bar e dei ristoranti. Finalmente ci si potrà sedere a un tavolo, bere un caffè finora sorseggiato in un triste bicchierino di plastica all'esterno del locale. E ancora si potrà ordinare un pranzo completo e consumarlo sul posto senza l'ansia di infilare tutto in un sacchetto e scappare via.
Ma, attenzione, tutto questo solo fino alle 18 perché la sera è stretta, il ritorno alla normalità lento e ci si deve rassegnare a veder viaggiare le pietanze nei soliti vassoi dell'asporto. Pazienza. È un passo in avanti. Che sarà seguito da un mezzo passo indietro dal 21 dicembre quando i confini regionali, anche fra zone gialle, verranno sigillati e assomiglieranno a frontiere invalicabili. O quasi.
Il governo ha fatto le sue scelte e ha blindato l'Italia nelle due settimane di Natale. Di più: nei tre superfestivi – Natale, Santo Stefano e Capodanno – gli italiani rimarranno incollati come francobolli ai propri comuni e padri e figli, che magari abitano a pochi chilometri di distanza, dovranno rinunciare a incontrarsi. Anche se il governatore dell'Emilia- Romagna Stefano Bonaccini insiste: "Chiedo deroghe per i casi estremi". Ma l'esecutivo non arretra. Nessuno sconto e niente accelerazioni. Neppure per l'Abruzzo che voleva alzare le saracinesche delle botteghe e vincere la solitudine da rosso. Così il governatore Marco Marsilio ha forzato i tempi e ha spinto gli abruzzesi nel mondo arancione. Più vivo e con più chance per vendite e acquisti. I dati sull'andamento della pandemia sono incoraggianti e il commercio langue. Così il presidente azzarda, ma la mossa provoca l'immediata reazione del ministro Francesco Boccia che, davanti alle telecamere di Agorà, annuncia: "Impugneremo il provvedimento". Il Tar potrebbe decretare il rosso, ma sarebbe una misura poco più che simbolica, prima del passaggio comunque atteso della Regione all'arancione. Ora i giudici devono scegliere pure i colori.
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