AGI – Ora et labora. Matteo Salvini prende a prestito il motto benedettino, 'prega e lavora', come simbolo della sua 'missione' in Polonia, per cercare di fornire aiuto ai profughi ucraini. Nella prima giornata a Varsavia, il segretario leghista incontra prima alcuni imprenditori italiani nella sede dell'ambasciata a Varsavia. Poi il nunzio apostolico monsignor Salvatore Pennacchio.
Oggi il trasferimento al confine con l'Ucraina. "Molte imprese e famiglie italiane sono pronte a fare la loro parte, sia aiutando in terra polacca le 10 mila parrocchie inviando donazioni di ogni genere, sia accogliendo in Italia una parte delle 100 mila persone che ogni giorno scappano dall'Ucraina", dice il segretario leghista.
"Noi vogliamo essere di aiuto nel coordinare questi aiuti, e nell'organizzazione di viaggi e accoglienza in Italia di queste famiglie, con particolare attenzione a orfani e disabili, e per questo stiamo collaborando con alcune Onlus. 'Ora et labora' è un principio straordinariamente attuale", aggiunge.
Secondo quanto riferito dalla Lega, l'incontro con il nunzio e le altre autotità ecclesiastice, al quale ha partecipato anche l'ambasciatore Aldo Amati, "è stato utile per fare il punto della situazione dopo i primi giorni di conflitto e inquadrare le priorità, a conferma del ruolo centrale della Chiesa e della grande attenzione del leader della Lega".
Al momento si calcola che in Polonia sia arrivato un milione di profughi ucraini, al 90% donne e bambini, e il flusso non si ferma: vengono stimati 100 mila ingressi ogni 24 ore. Col passare del tempo, aumenteranno i problemi di accoglienza che fino a questo momento è riuscita a essere molto efficace anche per la generosità dei cittadini polacchi.
La Caritas polacca, si sottolinea, ha evidenziato le cose necessarie per i profughi dall'Ucraina: cibo istantaneo per madri e bambini (dal latte in polvere alle mousse di frutta, dallo scatolame a lunga conservazione ai cereali per la colazione); prodotti per l'igiene personale (dai pannolini ai dentifrici, dalle mascherine alle creme per bimbi); oggetti di prima necessita' (coperte, asciugamani, torce, pile, sacchi a pelo); medicinali per i feriti (lacci emostatici, siringhe, cannule, anti-dolorifici e disinfettanti).
Durante l'incontro si è discusso anche di corridoi umanitari e del dramma dei minori non accompagnati, viene riferito. Malgrado il viaggio fosse stato annunciato davanti alle telecamere dallo stesso Salvini la settimana scorsa e fosse definita la partenza già da venerdi, da via Bellerio si è chiesto di mantenere la missione riservata. Tra i motivi addotti vi sono quelli che riguardano la sicurezza di un politico, peraltro noto per le simpatie russe degli anni scorsi.
Anche oggi, dal confine, Salvini dovrebbe mantenere il low profile, 'parlando' solo attraverso comunicati, evitando l'organizzazione di punti stampa. Oltre al fatto che dalla Lega si temono le critiche e l'effetto boomerang che la missione potrebbe avere se fosse percepita come 'passerella'. "Salvini sta andando in Polonia e probabilmente al confine ucraino. Lo trovo uno spettacolo triste, per non dire altro", lamenta su Twitter Elio Vito, deputato di Forza Italia.
"Grazie per lo straordinario esempio di accoglienza che state mostrando a tutta Europa, anche l'Italia è pronta. La priorità è fermare la guerra" ha scritto in un sms Salvini al premier polacco Mateusz Jakub Morawiecki al termine della prima giornata a Varsavia. Stando a quanto riferito dalla Lega, i due politici si erano scambiati diversi messaggi anche negli ultimi giorni.
Il segretario della Lega è arrivato in Polonia all'ora di pranzo, accompagnato da una ristretta delegazione della Lega formata dai parlamentari Marco Campomenosi e Luca Toccalini, con l'obiettivo di verificare la situazione e offrire aiuto concreto.
Salvini intende impegnarsi per favorire l'arrivo e l'ospitalità in Italia di bambini, donne e famiglie in fuga dalla guerra. In Polonia il sistema di accoglienza sta reggendo nonostante un flusso costante di persone che rischia di aumentare: al momento si stimano almeno 100mila ingressi ogni 24 ore. Varsavia sta garantendo trasporti gratuiti e massima assistenza anche grazie alla straordinaria generosità dei cittadini che offrono ospitalità nelle proprie abitazioni. Preoccupano l'eventuale inasprimento del conflitto e il previsto abbassamento delle temperature dei prossimi giorni.
Almeno 100 posti per accogliere donne e bimbi in fuga entro il weekend, oltre a quelli già arrivati e che arriveranno da altri canali: alle tante iniziative di accoglienza si sono aggiunte nelle ultime ore disponibilità per almeno 20 persone a Potenza, 5 a Furci Siculo (Messina), 10 a Biella, 10 a Cinisello Balsamo (Milano), 8 a Casalpusterlengo (Lodi), 4 a Gallarate (Varese).
A Rogno, in provincia di Bergamo, il primo cittadino ha dato disponibilita' ad accogliere fino a 50 persone con la collaborazione dei Comuni vicini: hanno assicurato di potersi occupare anche di 10 minori non accompagnati.
Altri amministratori stanno per aderire (da Vigevano a Sesto San Giovanni), dopo aver verificato gli spazi a disposizione. Sono le risposte concrete dei sindaci all'appello di Matteo Salvini per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. In queste ore il segretario leghista, dopo gli incontri con Nunzio Apostolico, ambasciatore e imprenditori a Varsavia (e dopo i contatti notturni col premier Mateusz Jakub Morawiecki), sta raggiungendo il confine tra Polonia e Ucraina con i volontari di Ripartiamo Onlus, l'associazione che la scorsa settimana ha già trasferito in Italia 35 persone tra donne e bambini che erano in orfanotrofio.
Obiettivo della missione: portare in Italia e fornire accoglienza a decine di famiglie attualmente ospiti dei centri di accoglienza in territorio polacco. Un pullman ad hoc è già pronto a partire nelle prossime ore. Particolarmente delicato il tema dei bimbi rimasti orfani: come sottolineato ieri a Salvini durante gli incontri a Varsavia, è necessario intervenire per sbloccare le procedure burocratiche e rendere più agevole il loro trasferimento in Italia. Salvini ha scritto al ministro della Famiglia Elena Bonetti per chiedere procedure accelerate e semplificate per le famiglie italiane che vorranno chiedere affidi e adozioni dei bimbi sopravvissuti alle bombe.
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