«A 19 anni ho deciso che volevo diventare un designer, vedendo i lavori di Charles e Ray Eames, Enzo Mari, i fratelli Castiglioni e Vico Magistretti», racconta Jonathan Olivares, nato nel 1981 a Boston. «Ho avuto il piacere di conoscere Mari e Magistretti quando ero ancora uno studente, poi ho fatto la gavetta da Konstantin Grcic a Monaco, dopo essermi laureato al Pratt Institute di New York». Oggi il progettista americano vive a Los Angeles e lavora «sia a casa che nel garage», come aggiunge.
Tra le sue fonti di ispirazione ci sono lo skateboard, sua grande passione fin da quando era un teenager, la musica hip-hop, la fotografia, l’arte, l’architettura, il cinema e il design automobilistico. Collabora con Kvadrat, Knoll, Vitra, per Danese Milano nel 2007 ha ideato, quando era appena un 26enne, il contenitore su ruote tuttofare Smith che gli è valso il Compasso d’Oro nel 2011.
Adesso Olivares debutta nella squadra di Moroso con Square Chair,
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una poltroncina flessibile e coloratissima, composta da «due cuscini quadrati», come sintetizza il creativo, un arredo progettato per il nuovo showroom di Kvadrat a New York che verrà inaugurato in primavera, una collezione che sarà una delle novità di Moroso in occasione del Salone del mobile di Milano di giugno. Pensata per gli ambienti contract, ma che ben si presta ad impreziosire gli interni domestici, Square Chair è leggera, facile da spostare, versatile: le superfici di appoggio possono essere interpretate a piacere, con la possibilità di sedersi in avanti, di lato, all'indietro, o appoggiati in modo informale allo schienale.
Una poltroncina che si completa di un divanetto e un tavolino: «La seduta e il divanetto sono abbastanza solidi da sostenere una postura attiva, e allo stesso tempo sufficientemente morbidi da consentire il riposo, mentre il tavolino sotto il piano ha un vano per libri e borse».
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Una flessibilità di utilizzo che cita l’immaginario dello skate tanto caro ad Olivares: «Sono cresciuto andando sullo skateboard in piazze e strade pubbliche, usando sporgenze, rampe, scale e corrimano, dove gli elementi urbani sono interpretazioni aperte.
Penso che i mobili progettati per adattarsi ad un uso libero, magari lasciati incompiuti in qualche modo, siano più interessanti per l'utente finale rispetto a quando tutto è delineato troppo chiaramente. Ed è quando gli oggetti vengono ridotti alle loro geometrie essenziali, come una sporgenza in una piazza, che iniziamo a vedere emergere altre possibilità». Square Chair è personalizzata con i tessuti Kvadrat, con fodere rimovibili in tanti colori, con profili cuciti a sella, una cucitura simile a quella dei jeans, altro riferimento alla cultura da skater, con la possibilità di cambiare rivestimento, colore o tipo di tessuto in base all’ambientazione e al mood: «Pensando alla serie cromatica Farben di Gerhard Richter, ho immaginato tante sedute posizionate nello stesso spazio per creare un’originale composizione più ampia, accostando le diverse nuances dei rivestimenti».
Olivares nella sua pratica mira a raggiungere l’unità tra funzionalità e matericità: «Quando avviene perfettamente questo matrimonio, penso che affiori il puro design. Nello skateboard c'è un termine usato per le evoluzioni su tavola che non sono mai state fatte, "nbd", “never been done”, in contrapposizione a quelle già eseguite, “abd”, “already been done". Io punto a realizzare progetti “nbd” e lo faccio cercando tecnologie inutilizzate o nuovi archetipi, o in alcuni casi entrambi. E nello skateboard c'è un'altra importante distinzione: non è quello che fai ma come lo fai, quindi anche far sembrare qualcosa di complesso apparentemente facile e dargli stile è fondamentale».
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