Per l'8 marzo voglio… "Strade sicure". "La parità di genere". "Ascolto". "La fine del patriarcato". Non una lista di desideri ma obiettivi pratici ora impressi tra le vie di Ciriè, il centro scelto per l'ultima battaglia delle attiviste di Catcalls of Turin, movimento che "combatte" con gessetti le molestie verbali (catcalling, in inglese) scrivendole in strada e rilanciandole sui social. "Noi portiamo i gessi, voi la vostra voce", l'appello delle attiviste.
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E ieri in tanti hanno risposto, trovandosi puntuali alle 14,30 davanti all'Istituto Fermi-Galilei di Ciriè. La scelta della location non è stata casuale: nella stazione ferroviaria, il giorno di San Valentino, una studentessa di 24 anni, Asia, come lei stessa ha raccontato sui social, è stata "aggredita verbalmente da un dipendente della Gtt sui 40 anni".
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È intervenuta quando ha sentito che l'addetto diceva ad alta voce "che le ragazze vanno tutte in giro "mezze nude". Io gli ho fatto notare, dandogli sempre del "lei", che i commenti erano sessisti e poco rispettosi. Oltre a me erano presenti altre ragazze".
La replica però non sarebbe stata apprezzata dall'addetto che avrebbe risposto con "insulti, grida e mi ripeteva 'stattene zitta' ", racconta la studentessa. Quel che l'ha colpita è che "nessuno è intervenuto, anzi ridevano, sembrava un teatrino". Così la scelta di denunciarlo in modo pubblico perché "stufa di lamentele sterili".
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La vicenda è nota a Gtt, l'azienda di trasporto pubblico, che se ne sta occupando, è stata segnalata al settore competente e da prassi partirà l'iter di verifica disciplinare. La giovane ha scritto al sindaco Stefano Lo Russo "e mi ha risposto che si sarebbe attivato".
Lo hanno già fatto le attiviste di Catcalls of Turin che si sono mobilitate per denunciare. Con i gessetti colorati hanno scritto tre frasi sull'asfalto sospese scegliendo la vicina scuola perché più visibile: "Il catcalling mi fa sentire:..", "Se le molestie non esistessero", lasciandole terminare a chi voleva partecipare.
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"Se le molestie non esistessero, non avrei paura a uscire la sera", ha risposto una ragazza. E ancora "il catcalling mi fa sentire debole e arrabbiata", un'altra. Tutto questo è rimasto scritto in strada e resterà lì per giorni.
Non è la prima iniziativa simile: in questi anni Torino è stata invasa da scritte a terra di denuncia e non solo per l'8 marzo. A fine 2020, in piazzale Valdo Fusi, partecipò anche l'allora sindaca Chiara Appendino. L'iniziativa fu promossa con le attiviste di Break The Silence, che denuncia le molestie sui social, ma anche con esperti e mostre, tra cui "Com'eri vestita?" per eliminare il pregiudizio che nei casi di violenze incida l'abbigliamento.
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