PERUGIA – Un ricoverato Covid in più ogni ora. Quasi un record per la piccola Umbria, da oggi per due terzi zona rossa “rafforzata”, tenuta in ostaggio dalle varianti “brasiliana” e “inglese”, versioni mutate del virus che si sono insinuate nella regione e hanno fatto da moltiplicatori della curva dei contagi.
Ancora in crescita i ricoverati Covid in Umbria, a oggi 500, 16 in più di ieri, 77 dei quali (+4) in terapia intensiva. Emerge dai dati sul sito della Regione. I nuovi positivi registrati sono stati 190, i guariti 66 e i morti sei (840 in totale). Con gli attualmente positivi a quota 6.902, più 118. I tamponi analizzati sono stati 754 e i test antigenici 1.390. Con un tasso di positività del 25,1 per cento sui molecolari e dell'8,86 totale
È di ieri, invece, il numero massimo di ricoverati a causa del virus dall’inizio della pandemia, che ha toccato quota 484, con un aumento giornaliero di +26 pazienti nelle degenze in un solo giorno. A pesare sulla rete ospedaliera è soprattutto il dato delle terapie intensive, a ieri occupate al 56%, ben oltre la soglia di guardia. All’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove da settimane circola la variante “brasiliana” l’emergenza delle ultime settimane è stata spegnere i cluster che hanno interessato 30 pazienti, entrati negativi all’infezione e poi scoperti positivi, mentre una settantina di medici sono positivi, 60 dei quali avevano ricevuto la prima dose del vaccino e in un caso anche il richiamo.
La grande paura di Perugia, in rosso per le varianti. “Qui inizia la terza ondata”
dalla nostra inviata
Maria Novella De Luca
Intanto al confine nord della regione si apre un sipario da Italia dei Comuni. Il liceo “Città di Piero” di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, chiude le porte agli studenti provenienti dall’Umbria, dalla vicina San Giustino, da oggi nel perimetro della zona rossa della provincia di Perugia, dove le scuole sono chiuse per la didattica in presenza. “Tutti gli studenti residenti in Umbria dovranno seguire le lezioni a distanza a causa della situazione Covid nella provincia di Perugia”, recita un annuncio sul sito dell’istituto scolastico, a firma del dirigente Claudio Tomoli.
“È una decisione che abbiamo preso come precauzione per salvaguardare la salute degli studenti, dato che in Umbria sta circolando una variante (inglese, ndr) che colpisce particolarmente i giovani”, spiega il preside a Repubblica, precisando come in alcuni casi siano state le famiglie di alcuni studenti umbri a chiedere la didattica a distanza. “Stamattina – continua il dirigente – alcuni studenti da fuori regione sono comunque venuti a scuola e sono starti accolti e, in ogni modo, domani vedremo come procedere, in base agli sviluppi di un’interlocuzione sul merito avviata tra i presidenti delle regione Toscana e Umbria”.
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