LONDRA – Fa tutto Ilkay Gundogan. Non solo stasera, da molte partite ormai. Adesso anche all'Anfield. Dopo troppi infortuni, il centrocampista tedesco di origine turca è ovunque. È il tutto e niente del Manchester City: fisicamente, tatticamente, caratterialmente. Eppure al 37esimo Gundogan grazia proprio il suo ex maestro al Dortmund: quel Jürgen Klopp oggi "meister" del Liverpool, che tira un sospiro di sollievo quando il tuttocampista dei citizens brucia alle stelle il rigore conquistato da Sterling con la complicità di uno stravolto difensore come Fabinho.
Gundogan oltre il rigore fallito
Poi però Gundogan, oramai ricorrenza anche questa, decide di scatenarsi, con due tap-in sotto porta. Oramai è molto più di un centrocampista totale, e l'etichetta "box-to-box" è riduttiva. Perché Gundogan è anche l'attaccante opportunista in questo Manchester City rimasto più o meno volontariamente senza punte centrali. E al 50esimo insacca su respinta corta di un Alisson horror, dopo un tiro di Foden che oramai, dall'alto dei suoi 20 anni effervescenti, è sempre più sgusciante, sempre più imprendibile, sempre più un devastante "Barella" inglese. Ma al 74esimo Gundogan infila anche il 2-1, dopo il pareggio di Salah con un rigore conquistato e realizzato: Alisson riesce a sbagliare due passaggi consecutivi in uscita, al primo gli va bene, il secondo finisce a Foden che affetta la difesa dei Reds e la butta in area piccola dove il tedesco la scaglia sotto la traversa. Nono gol di Gundogan in Premier Leahue quest'anno: nessuno ha segnato come lui tra i citizens, nemmeno Sterling (otto).
Il City dilaga
Alla fine è 4-1, con i reds piantati a 40 punti, a dieci da Guardiola che ha pure una partita in meno. È la resa definitiva del Liverpool, squadra che dopo l'infortunio di Van Dijk in difesa a inizio stagione è precipitata in una crisi di personalità e incertezze: anche quando spingono al massimo, i reds sono sempre fuori giri, sfibrati, le verticalizzazioni del "Gegenpressing" di Klopp sono scheggiate di imprecisione, approssimazione, scarsa lucidità. Una stagione storta ci sta, dopo un ciclo mostruoso, come capitò all'ultimo Barcellona di Rijkaard, una squadra quasi asfissiata dai suoi fenomeni, Messi, Ronaldinho, Eto'o, Henry, Iniesta, Puyol, Thuram, Zambrotta, così ossessiva nella sua impotenza estetica. Come in quel Barça, anche in questo Liverpool Firmino, Mané e Salah si agitano per riaffermare la loro passata superiorità, mancano il gol di poco nel primo tempo. Ma alla fine si schiantano sempre contro i difensori. O i loro errori.
Alisson horror
Come quelli di Alisson, da incubo questa sera. Il 3-1 di Sterling nasce da un altro disastro del portiere in costruzione, con il castello di carte del Liverpool che, con Fabinho e il capitano Henderson mal riadattati a difensori centrali, capitola: palla sui piedi di Bernardo Silva che si permette persino un oltraggioso pallonetto dall'area piccola per far insaccare l'attaccante inglese. Il poker è una saetta di Foden dalla sinistra, imbeccato da un Gabriel Jesus che oramai le partite vere non le gioca più neanche con Aguero disperso. Nervosismo finale dei re(ds) spodestati. Sprofondo rosso.
Le mani sulla Premier
Ora, dopo aver camminato sulle macerie del Liverpool, il City ha 50 punti, cinque in più del Manchester United (che ieri si è suicidato nel finale regalando il pareggio all'Everton di Ancelotti), e ha pure una partita in meno. Oramai questa Premier può perderla solo la squadra di Guardiola, comunque alla costante ricerca della perfezione. Stasera il tecnico catalano all'Anfield si è permesso anche cervellotiche alchimie sperimentali, come quando in uscita dalla propria area il terzino destro Cancelo andava a fare il mediano, con il raffinato Bernardo Silva che scalava in difesa. E anche se il centrale portoghese Rúben Dias, l'altro segreto di Guardiola insieme a Gundogan, ha fatto il primo errore stasera dopo una stagione sinora mostruosa, fa nulla.
How it started How it’s going pic.twitter.com/QUfHqjxuAP
— Phil Foden (@PhilFoden) February 7, 2021
Klopp:"E' dura da digerire"
"È dura da digerire", dice mesto Klopp a fine partita, "anche se abbiamo giocato molto bene per una buona parte del match, sono contento della prestazione, anzi dovremmo giocare più spesso così. Lo vedo nei tuoi occhi che non sei d'accordo", nota l'allenatore del Liverpool al giornalista Sky perplesso, "nel secondo tempo abbiamo commesso errori difensivi, gli abbiamo concesso troppo, e a questo livello paghi".
Guardiola: "Un segnale per il campionato"
Ma ecco Guardiola, con l'oramai tipica e grigia felpa con cappuccio della nave-ong "Open Arms" che ha salvato tanti migranti nel Mediterraneo: "Stasera abbiamo dato un segnale importante per il campionato. Abbiamo rotto un incantesimo, visto che non vincevamo da molto tempo all'Anfield". La cosa più bella, in attesa di sfatare un'altra maledizione, quella del City in Champions? "Ci impegniamo e aiutiamo tutti. Questa è la cosa più importante". Sono 14 vittore consecutive in stagione per i Citizens, come il Preston del 1892 e l'Arsenal del 1987. Di queste sette di fila in Premier. E stasera, come da diverse partite per infortunio, mancava anche il fenomeno supremo della squadra di Guardiola, Kevin De Bruyne.
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