TORINO – Pirlo si lascia scappare qualche termine moderno, parla di calcio liquido e "preventive" (sottinteso: marcature), ha un vice che è collegato via auricolare col tattico e con l'analista (analizza dati, non cervelli) sistemati in tribuna ma intanto sta risalendo la china, e calcificando la sua colonna vertebrale da allenatore, con la rimasticazione delle migliori idee che il calcio all'italiana non ha mai spesso di produrre e che lui sta assimilando e rielaborando con capacità di apprendimento piuttosto svelte. Nel suo lessico compare spesso il termine "preventive", forse perché sono state la croce delle sue prime partite e la delizia di queste ultime, cioè da quando ha cominciato a vincere (con quello contro la Roma, sono sei successi di fila) e soprattutto a non prendere più gol (uno solo, quello di Lautaro in Coppa Italia). Una cosa è conseguenza dell'altra.
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La linea difensiva
Le (marcature) "preventive" non sono nient'altro che la disposizione difensiva di una squadra quando attacca. Quando una formazione è in possesso palla nella metà campo avversaria la linea difensiva, in genere composta da due o tre difensori e dal centrocampista più arretrato, deve disporsi in modo tale da non farsi sorprendere se l'avversario ruba palla e riparte in contropiede: in sostanza, deve saper prevenire una situazione di pericolo improvvisa e non farsi cogliere impreparata se si verifica un ribaltamento di fronte. A seconda delle inclinazioni tattiche dell'allenatore, del tipo di partita che si intende preparare e delle caratteristiche degli attaccanti avversari, la linea difensiva può essere molto alta, sostanzialmente a ridosso del centrocampo, o molto più cauta, a protezione che quel vasto territorio che va dal limite della propria area al dischetto del calcio d'inizio. Per tenere la linea alta servono difensori veloci e aggressivi, per mantenerla più bassa occorre gente che abbia colpo d'occhio e senso della posizione.
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Il cambio di modulo
La Juve di Pirlo ha cominciato la stagione puntando su "preventive" molto audaci e finendo per venire spesso punita in contropiede, come è capitato con la Roma all'andata, con la Fiorentina, con l'Inter in campionato o con il Benevento, per citare le partite di maggiore sofferenza. Ma poi l'assetto tattico generale si è fatto via via più prudente, se è vero che i bianconeri sono passati dal 3-2-1-4 della seconda giornata a un 4-4-2 molto più canonico, oramai stabile e sempre più cauto, tant'è che adesso è la Juve a far partire sempre più spesso il contropiede, buggerando le "preventive" altrui grazie alla capacità di giocatori come Ronaldo, Morata, Chiesa, Cuadrado e Kulusevski di attaccare lo spazio verticalmente e a grande velocità.
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Pallino alla Roma e terzini bloccati
Nella vittoria di sabato contro la Roma, le "preventive" non sono praticamente esistite, anche se Pirlo ha detto che "le abbiamo fatte benissimo". In pratica, la Juve ha deciso di consegnare il pallino alla Roma e di acquattarsi con due linee molto serrate davanti a Szczesny, tenendo per la prima volta bloccati entrambi i terzini, Danilo e Alex Sandro: la scelta di escludere Cuadrado, che quando è entrato è stato inserito a centrocampo, è stata meramente tattica e non legata al turn over. Se nella gara d'andata le "preventive" su Mkhitaryan, Pedro ma anche su Pellegrini e Veretout erano state una sofferenza, nel ritorno alla Stadium la prevenzione è stata rimpiazzata con l'attesa, cosicché la Juve non ha mai subìto un contropiede e ha difeso essenzialmente di posizione, cercando di lasciare alla Roma meno campo possibile. D'altronde Bonucci e Chiellini non sono l'ideale per le "preventive" alte (loro sono due draghi in spazi più ridotti e in particolare nella confusione dell'area), per le quali invece sono più adatti Demiral (che tuttavia le ha fatte piuttosto male con l'Inter in Coppa Italia) e soprattutto De Ligt, capace di andare a prendere l'attaccante avversario finanche a 60-70 metri dalla propria porta.
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La difesa al completo
Ma al di là di tutte queste alchimie, il segreto della ritrovata solidità della Juventus è essenzialmente uno: Pirlo ha finalmente la difesa al completo. Nella prima fase della stagione ha dovuto fare a meno di De Ligt e Alex Sandro, poi pure contagiati dal Covid assieme a Cuadrado, e nel mezzo ha perduto per lungo tempo Chiellini. Ora che li ha tutti, gli basta mandarli in campo: alti o bassi, preventivi o no, sono ancora i migliori difensori su piazza. E se la Juve non prende più gol sarà senz'altro per come difende, ma soprattutto per chi difende.
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