"Lo streaming non è un modello, ma un oggetto per affrontare questa circostanza. Abbiamo dovuto fare di necessità virtù". È appena finita alla Scala la diretta- differita di "A riveder le stelle", l'evento che lunedì ha sostituito la tradizionale Prima di Sant'Ambrogio. Il sovrintendente Dominique Meyer passeggia lungo il palcoscenico e commenta: "Noi possiamo offrire il canto, le immagini, la regia, curare tutti i dettagli, ma se la Rai non lavora così bene per noi è impossibile semplicemente". Parole che sintetizzano bene le prospettive non solo artistiche, ma anche finanziarie del teatro lirico più famoso del mondo. E fanno capire perché la Scala, almeno in questo momento, punterà a rafforzare il suo rapporto con la Rai e solo in un secondo tempo a costruire una struttura per trasmettere in streaming i suoi spettacoli. Ma soprattutto deve tornare il pubblico in sala: con 26.400.000 euro di mancati incassi tra abbonamenti, biglietteria e tournée saltate all'estero, la Scala più che sullo streaming punta sulla Rai, che offre al Piermarini non solo entrate per i diritti, ma anche una vetrina su Rai 1, che garantisce sia gli spettatori che la fedeltà degli sponsor.
Coronavirus, la "strana" Prima della Scala a porte chiuse e in diretta tv: il videoracconto
Sulle polemiche per il taglio della messa in onda del Wintersturme dalla Walchiria di Wagner, che sarà recuperato nella replica su Rai 5 a fine anno, la Rai fa sapere che è stato fatto per rispetto della scelta artistica di Riccardo Chailly di allungare i tempi delle altre registrazioni di sedici minuti, visto che non si poteva più modificare la scaletta. Gli ascolti di questo Sant'Ambrogio anomalo" sono stati buoni anche se inferiori alla Tosca, che aveva aperto la stagione 2019/ 20, sempre con la regia di Davide Livermore. La diretta di Rai 1 prodotta da Rai cultura è stata seguita da 2 milioni 608 mila spettatori, con uno share del 14,7 per cento. Poco al di sotto del record assoluto di Tosca, che aveva avuto 2 milioni 850 mila, anche se allora lo spettacolo andò in scena di sabato e iniziò un'ora dopo.
Prima della Scala, lo show in tv non batte il record di Tosca: 2 milioni e 608mila spettatori
di
Andrea Montanari
Il picco di ascolto più alto lunedì è stato alle 19,46 con 3.160.000 telespettatori durante il commovente finale dal Guglielmo Tell di Rossini con sullo sfondo le immagini della Madonnina e della città riprese da un drone. Lo share più alto, il 19,1 per cento, invece, è stato all'inizio, alle 17,06 quando l'orchestra e il coro hanno eseguito l'Inno di Mameli.Lo spettacolo di ieri, a parte la Tosca del 2019, resta comunque il più visto tra le dirette dalla Scala. Rispetto ai 2.645.000 di Madama Butterfly del 2016, i 2.077.000 di Andrea Chenier del 2017 e Attila che nel 2018 conquistò 1.938.000 telespettatori.
La Prima della Scala si apre con l'Inno di Mameli senza pubblico e applausi
Il ministro della Cultura Dario Franceschini parla di "scelta coraggiosa " e definisce l'evento "uno spettacolo che ha saputo emozionare l'Italia e il mondo intero in questo tempo difficile che stiamo vivendo". Il regista Livermore non è "sorpreso " dagli ascolti, ma dice di "voler tornare a fare opera a teatro dal vivo". Anche Meyer sottolinea che "sono moltissimi gli italiani che ci hanno seguito". Il pensiero corre subito a quello che, se i teatri potranno riaprire, potrebbe essere la prima opera a tornare in scena alla Scala, tra fine gennaio e inizio febbraio. La ripresa del Così fan tutte di Mozart nella storica messa in scena di Michael Hampe, che segnerebbe l'atteso ritorno sul podio scaligero di Antonio Pappano. "Spero che sarà possibile – racconta ancora il sovrintendente Meyer – . Dipende dai costi e dai ricavi. Dobbiamo essere attenti alla salute dei dipendenti, al livello artistico e alla salute finanziaria".
La Prima della Scala, imbrigliati nel vuoto del teatro dove l'arte prova a resistere con il magone dentro al cuore
di
Piero Colaprico
Il bilancio di quest'anno grazie anche ai risparmi chiuderà in sostanziale pareggio, ma se le cose non cambieranno nel 2021 si prevede già un buco di nove milioni di euro. Ecco perché l'ultimo consiglio di amministrazione lo scorso 4 dicembre ha rinviato l'approvazione del bilancio di previsione. Il futuro è più che mai incerto. Con ogni probabilità, dopo qualche spettacolo natalizio in streaming per i bambini e il concerto di Natale diretto da Michele Mariotti che la Rai trasmetterà il 24 dicembre, la Scala aspetta con ansia di poter riaprire le porte al pubblico. Meyer non sembra avere dubbi: "Il nostro desiderio è di ritrovare gli spettatori nei palchi e l'orchestra nella buca. Abbiamo bisogno di essere insieme. Non lo abbiamo deciso noi che non ci sarebbe stato il pubblico. Abbiamo trasformato una situazione difficile in un oggetto bello e seducente. Si dovrà trovare un bilanciamento tra le necessità dello spettacolo e la tecnologia. Abbiamo un partner come la Rai, che si è comportata in modo straordinario".Original Article
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