La delegazione M5S che domani, alle ore 12,15, si recherà alle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, a Montecitorio sarà composta dal garante, Beppe Grillo (in arrivo a Roma), e dal capo politico, Vito Crimi. Per il Senato saranno presenti il capogruppo, Ettore Licheri, e la vice presidente di Palazzo Madama, Paola Taverna, e per la Camera il capogruppo Davide Crippa e il vice capogruppo, Riccardo Ricciardi. E' quanto si legge in una nota del Movimento.
Draghi incontra i partiti. Pd: "Da noi piena disponibilità". Meloni: "Non voteremo la fiducia". Salvini apre a governo di tutti. Renzi: "Sì senza veti". Berlusconi non ci sarà
di
Annalisa Cuzzocrea
,
Monica Rubino
Il Movimento diviso sul voto su Rousseau
Intanto, il ricorso al voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, invocato da Davide Casaleggio alla vigilia dell'incontro tra la delegazione M5S e il premier incaricato, per dare il via libera al nuovo esecutivo, divide i grillini.
"Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma – sono le parole del fondatore della piattaforma – qualunque sarà lo scenario politico possibile c'è ampio consenso sul fatto che l'unico modo per avere una coesione del Movimento 5 Stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau". Diversi parlamentari, però, non sembrano essere dello stesso avviso. Soprattutto a Montecitorio.
La richiesta di Casaleggio incontra però il favore dei parlamentari che finora hanno manifestato la loro contrarietà all'ipotesi di un governo presieduto dall'ex numero uno della Bce. E fa proseliti soprattutto a Palazzo Madama, dove si annida lo zoccolo duro della 'resistenza' anti-Draghi. Danilo Toninelli per esempio suggerisce di andare "a vedere cosa ci propone il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Ma – scrive su Facebook l'ex ministro – andiamo con la valigia piena di proposte imprescindibili per noi. E con la richiesta che ci vengano garantiti i modi e i tempi di attuazione. E, poi, qualunque cosa accada, decidiamo tutti assieme. Con il voto degli iscritti".
Anche il collega Nicola Morra 'chiama' il responso della base: "Comunque vada Renzi offre sostegno a prescindere, fideisticamente. Il M5S farà decidere i suoi iscritti. Queste sono differenze sostanziali". Da regolamento, spetta al capo politico Vito Crimi decidere se indire o meno la votazione su Rousseau. Nel corso dell'ultima assemblea dei gruppi il reggente pentastellato non aveva escluso questa opzione: "Quella del voto su Rousseau è una ipotesi da non trascurare. Ovviamente dico ipotesi perché dobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre, votare su una persona soltanto mi sembra riduttivo", ha spiegato Crimi ai parlamentari M5S.
Di Battista: "Opporsi a Draghi unica scelta 'politica'"
Alessandro Di Battista resta isolato nel dire no a un esecutivo guidato dall'ex presidente della Bce. "Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire no a Draghi". Di Battista torna a far sentire la propria voce a proposito della natura del prossimo, possibile, esecutivo. Tema evocato un po' da tutti i leader, non ultimo, ieri, Giuseppe Conte. "Si dice 'non sarà' un governo tecnico ma un governo politico'. Benissimo. Allora ragioniamo di politica", dice l'ex deputato M5s che su Facebook rivolge un nuovo, articolato, attacco a Draghi, alla sua potenziale maggioranza e alle misure che potrebbe mettere in campo.
"Governo politico – è il cuore del ragionamento di Di Battista – è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c'è di Politico nel governare con Pd, Leu, Forza Italia, Piu' Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche 'politico' dentro. Un numero, tra l'altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del si' a Draghi. Ma di politico – ribadisce – non vi sarà nulla".
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