C’era chi si occupava di reclutare false spose, fra le donne dei quartieri più disagiati di Messina. E chi gestiva un vero e proprio sportello in Marocco. Due organizzazioni curavano nei minimi dettagli i falsi matrimoni, in modo da fare arrivare in Italia migranti che poi chiedevano la carta di soggiorno per motivi di famiglia. Questa notte, i finanzieri del comando provinciale di Messina hanno fatto scattare un blitz che ha portato in carcere 5 persone, altre 11 sono ai domiciliari. I provvedimenti sono stati notificati fra la Sicilia, Torino e Francoforte sul Meno.
L’indagine, coordinata dalla procura diretta da Maurizio de Lucia, svela un ben articolato sistema che andava avanti da tempo. I promotori e i componenti dei due gruppi che facevano base in Sicilia sono adesso indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ai finti matrimoni ricorrevano anche per provare a bloccare i decreti di espulsione emessi dalla prefettura.
Gli investigatori del Gico del nucleo di polizia economico finanziaria hanno seguito per mesi gli organizzatori del giro: gli indagati assistevano i novelli sposi in tutte le pratiche. Anche nel divorzio, quando lo scopo era raggiunto.Original Article
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