È tornata a chiacchierare di gossip come ha sempre amato fare. Nel calore della cucina ha ripreso in mano le sue riviste, sfoglia pettegolezzi e curiosità del momento. In casa le scattano una foto: "Aspetta — dice Bruna — mi abbasso la mascherina, altrimenti non si vede che son contenta". Sa di avercela fatta. E ora avrà una nuova storia da raccontare agli amici: la sua. Una donna che a quasi 100 anni ha vinto la battaglia del Covid. Bruna Veroni ha vissuto giorni complicatissimi con il ricovero in ospedale. Ma alla fine, dopo settimane, è stata riabbracciata di nuovo dalle figlie, nella sua casa a Chiesina Uzzanese, un piccolo Comune in provincia di Pistoia. Una trama a lieto fine, andata oltre le aspettative, in cui si sono toccate con mano preoccupazioni ma al tempo stesso grande forza d’animo. Bruna, che il prossimo 15 marzo compirà 99 anni, sa di aver compiuto una piccola impresa.
A novembre inizia a stare poco bene, gli operatori dell’Asl effettuano il tampone e le rivelano la positività al Covid. In pochi giorni il quadro clinico peggiora. Passa poco più di una settimana e Bruna ha una complicazione polmonare importante. Alle spalle ha pure alcune patologie pregresse, come normale a questa età avanzata. I medici dicono che è necessario il ricovero. E così viene portata al vicino ospedale di Pescia. La situazione però, nonostante le terapie, non migliora. E diventa necessario spostarla in terapia intensiva. Per la 98enne le prospettive all’inizio non sono luminose. La macchina dell’ossigeno viene usata ogni giorno. Le statistiche non sono dalla sua parte. Il fisico però non si arrende. E un po’ alla volta dà segni importanti di ripresa. In reparto infermieri e dottori hanno un misto di gioia e meraviglia. Giorno dopo giorno Bruna comincia a migliorare. Sì, sta guarendo dal virus. Alla fine passa due settimane in terapia intensiva, poi i medici le danno il via libera. Alcuni giorni di degenza in attesa che la malattia finisca di fare il suo corso e che il Covid sparisca del tutto. Poi la notizia tanto attesa: "Sta bene, può tornare a casa", le dicono dal reparto.
Viene riportata a Chiesina Uzzanese. Ad attenderla ci sono le sue due figlie, Laura e Luana. A causa del cortisone all’inizio le sue condizioni non sono ancora perfette. "Quando è rientrata non stava ancora troppo bene, era agitata. Avevamo il dubbio di come si sarebbe ripresa — racconta Luana —. Invece poi le hanno tolto i farmaci, l’ossigeno ed è tornata quella di prima. Ha ricominciato a mangiare con appetito. È curiosa, legge le riviste e di solito è lei che ci racconta i gossip".
Prima di andare in pensione Bruna lavorava come sarta. Da giovane sposò un vedevo che aveva due figlie: Laura e Luana, che ha accudito e cresciuto proprio come la sua figlia naturale Eliana, con cui si sente con frequenza quasi ogni giorno nonostante la lontananza. "Una donna che ha sempre lavorato, si è presa cura di noi e ha fatto tanto per gli altri", aggiunge Luana. Adesso la 98enne, che per il suo paese è diventata un simbolo di forza e resistenza, ha ripreso la vita di sempre.
"Non sappiamo perché persone più giovani paghino un prezzo maggiore, a volte drammatico, mentre alcuni pazienti già con gravi problemi di salute lo superino — commenta il suo dottore Carlo Innocenti —. La sua ripresa però è più che sbalorditiva". La sera Bruna ama guardare la televisione anche fino a mezzanotte. "E non c’è verso di metterla a letto prima — scherza la figlia —. È sempre ottimista e l’ambizione le dà la forza di andare avanti. Questo spirito la rende viva".
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