"Come sta andando il cashback da noi? Ovviamente benissimo". Parlare con Alberto Dalmasso, mentre milioni di italiani stanno imprecando contro la app IO bloccata da due giorni, è come guardare a quello che sta accadendo dall'altro lato della luna. Ha 36 anni, quando ne aveva 29 ha fondato Satispay che è una app per pagare tramite smartphone senza bisogno di una carta di credito; il 2020 è stato un anno d'oro per l'aumento di utenti e perché ha incassato quasi 100 milioni di euro da investitori del calibro di Jack Dorsey (Twitter) e di Tencent, la multinazionale tecnologica cinese. E ora il cashback, che su Satispay e pochi altri, si può attivare senza bisogno di avere IO.
Perché questa falsa partenza?
"Per prima cosa ci tengo a dire che questo progetto come idea è nato meno di tre mesi fa, e il fatto che si sia riusciti a metterlo in piedi è impressionante. Per me quelli di PagoPA, la società che sta digitalizzando i pagamenti della pubblica amministrazione come nessuno prima, sono stati degli eroi".
Non sarà troppo?
"No, intanto va considerato che questo progetto tecnologicamente è molto più ambizioso di un portale per chiedere il bonus bici. Dietro ci sono decine di collegamenti con gestori di carte di credito, uno diverso dall'altro e pochissimo tempo per testarli. Sono convinto che superato il picco funzionerà benissimo".
Ma non si poteva evitare la solita brutta figura?
"Certo. L'idea iniziale era di avere molto più tempo per comunicare, ma non è stato possibile per colpa della pandemia. A ottobre a palazzo Chigi ci dissero che la campagna sarebbe partita all'inizio di novembre, ma poi è arrivata la seconda ondata e si è fermato tutto. Non aveva senso dare alle persone che non potevano uscire di casa un incentivo a spendere nei negozi. Solo negli ultimi giorni, quando molte regioni hanno smesso di essere rosse, si è deciso di accelerare. Ma così i tempi per registrarsi prima dell'8 dicembre si sono ridotti a un giorno, involontariamente si è creato il meccanismo psicologico di un clic day. Gestire 10 mila richieste al secondo è difficile per chiunque".
Era scontato che le richieste sarebbero state tante, no?
"Era scontato. Ma qui stiamo parlando della app più scaricata d'Italia in questo momento. Con due settimane di tempo in più per le registrazioni la struttura avrebbe retto, ma credo che si sia scelto di partire lo stesso per sostenere i consumi nei negozi nel periodo natalizio, sapendo che sarebbe arrivata qualche critica ma che in qualche giorno il sistema si sarebbe assestato. Funzionerà".
Ha detto che il progetto si è fatto in meno di tre mesi: come è iniziato?
"Siamo stati convocati a palazzo Chigi verso il 10 settembre: oltre a Satispay, tante banche e gestori di sistemi di pagamento. C'era il presidente del Consiglio. Mi ricordo quando un anno fa, quando presentò il piano innovazione, disse di volersi impegnare su questo strumento per contrastare l'evasione fiscale".
E poi Conte lo avete rivisto?
"Un mese dopo. Si è un po' parlato del fatto di legare il cashback all'uso della app IO visto che Immuni non stava andando bene e si è deciso di insistere e di aprire l'operazione anche da altri sistemi. A ottobre il numero di transazioni, l'entità del rimborso e i tempi erano tutti definiti. Ma ci siamo dovuti fermare per i noti motivi".
E adesso che accadrà?
"Parlo da fondatore di una startup tecnologica. Tutti speriamo che la nostra iniziativa vada in crash per un eccesso di domanda: perché è il segno che la cosa ha preso. La cosa è fatta"Original Article
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