ROMA – "Faremo un salto in avanti che ci potevamo solo sognare", dicevano le società satelliti del nuovo cashback, lo strumento scelto dal governo per spingere in un Paese contanti-dipendente l'utilizzo di bancomat e carte di credito per le spese piccole, e pure quelle poderose. "È stata un'operazione unica in Europa", insistono, ora, gli uffici di PagoPa, la società pubblica che da cinque mesi ha preso in carico per decreto lo "strisci la carta e ti restituisco il 10 per cento". L'esordio di cashback, le sue prime trentasei ore di vita, sono stati, in verità, un rifiuto in faccia ai tre quarti degli italiani che si sono affacciati all'applicazione, in gran parte – gli italiani – impoveriti da dieci mesi di pandemia.
Nella giornata di lunedì 7, l'esordio, a fronte di 653 mila download alla app Io, direttamente chiamata a gestire il moloch attraverso la società privata Sia spa, le iscrizioni finali sono state soltanto 320 mila. Poco meno della metà degli strumenti inseriti sono stati accettati, e ogni italiano, in media, possiede due "strumenti": bancomat e carta di credito. Significa che solo un italiano su quattro è riuscito a registrarsi e tre sono rimasti alla porta. L'accesso è stato enorme, dicono al ministero dell'Innovazione anche se Paola Pisano ha lasciato ogni indicazione nelle mani di Palazzo Chigi. Si citano, a spiegazione dei mancati accessi, i seimila contatti al secondo dell'apertura, poi diventati ottomila, dodici, con picchi di quattordicimila accessi nella serata di ieri. Gli utenti, sì, hanno provato a entrare anche in un giorno festivo, l'8 dicembre, con serie difficoltà per il sistema fino al tardo pomeriggio. "La verità è che il ritorno di interesse sullo strumento è stato sottovalutato", spiegano gli amministratori, "gli italiani non sono ancora un popolo da carte di credito".
Come per i ristori delle partite Iva di marzo, il bonus bici di un mese fa e i troppi "click day" e "click month" della pubblica amministrazione, l'avvio dell'operazione "contante indietro", ecco, è stata una lunga partenza azzoppata. PagoPa aveva messo le mani avanti, d'altronde: "Un progetto innovativo", già, "nella sua complessità". Dal milione di "scarichi" nel mese di luglio, ai quattro milioni complessivi a novembre, si è arrivati – ieri sera alle 18,50 – a 7 milioni e 587 mila dimostrazioni d'interesse con un'iscrizione finalmente all'altezza delle attese: 2.256.098 strumenti finanziari immessi sulla piattaforma. Quasi 1,3 milioni provenienti dalla app pubblica, un altro milione dalle quindici piattaforme satelliti (due delle Poste, una di Enel, per spiegare). Scrive a sera Palazzo Chigi, scusandosi per i rallentamenti: "È possibile che alcuni disagi si manifestino anche nelle prossime ore. Continuiamo a lavorare per risolvere nel più breve tempo possibile tutti i disservizi".
Il partner tecnologico Sia ha lavorato al progetto da luglio con diverse decine di sviluppatori, aggiungendo a ridosso dell'esordio figure professionali che hanno portato a sessanta gli uomini impegnati nel Team cashback. Daniele Savaré, responsabile dell'operazione, ammette: "Non ci aspettavamo questo entusiasmo, picchi di 14 mila accessi al secondo non li avevamo mai visti. Avevamo organizzato l'infrastruttura digitale su numeri alti, ma non eccezionali. Ci sono stati accessi massivi e ripetuti, persone che non riuscivano a entrare riprovavano in maniera compulsiva e questo ha portato a nuovi rallentamenti su una piattaforma già stressata. Credevamo che la crescita sarebbe avvenuta in maniera più graduale, invece abbiamo dovuto rincorrere i nuovi utenti per 36 ore. In serata siamo riusciti a rafforzare l'infrastruttura, ad allargare l'imbuto e a far entrare quasi tutti coloro che lo richiedevano. Nelle prossime ore? Se il flusso in ingresso si stabilizza, o cresce un po', reggiamo. Se raddoppia, torniamo a rincorrere".Original Article
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