ROMA – "Siamo preoccupati certo, ma perché la situazione è preoccupante e l'ultimo miglio prima di formare il governo è il più insidioso". Andrea Orlando, il vice segretario dem, esprime le preoccupazioni del Pd nel giorno in cui Roberto Fico – il presidente della Camera incaricato dal Quirinale di esplorare la reale volontà dei partiti di comporre una maggioranza per restituire un governo all'Italia – comincia le consultazioni.
Crisi di governo, il destino del Conte ter nelle mani di Fico il grillino rosso. Ma un altro nome non è tabù
di
Annalisa Cuzzocrea
Nelle chat e nei colloqui ieri sera il segretario Zingaretti è stato molto attento a non fare trapelare la delusione per il mancato reincarico subito a Conte. Anzi al Nazareno, la sede del partito, gli ottimisti sostengono che la scelta del Colle è forse il modo giusto per non bruciare il premier uscente. "Fico sarà il mediatore per affrontare i nodi programmatici che evidentemente tra Renzi e Conte non erano stati ancora sciolti", ragiona Graziano Delrio, il capogruppo del Pd alla Camera, uno dei tessitori dell'accordo in queste ore. Delrio rivolge un invito, l'ennesimo: "Se lo spirito è quello di anteporre i bisogni dei cittadini, allora si troveranno le giuste mediazioni, senza finire nel vicolo cieco dei personalismi".
Però le incognite sono davvero molte. Nessuno tra i Dem nasconde il fatto che il tempo possa giocare contro un Conte ter e dare agio a Matteo Renzi di altre mosse a sorpresa. Nelle call riservate il ragionamento è questo: "Rischiamo di ripartire daccapo e di finire di nuovo stretti nella polarizzazione tra Renzi e Conte". La via d'uscita? Proprio una maggioranza più larga possibile che tolga al leader di Italia Viva il potere d'interdizione che il numero di parlamentari, in particolare di senatori, gli consente. Qualche dem si spinge anche più in là e prevede un interesse proprio di Renzi a un Conte ter: "In una maggioranza Ursula ad esempio, ovvero in una coalizione anche con Forza Italia se accettasse, Renzi diventerebbe ininfluente".
Crisi di governo, la sinistra timida nel Pd pilotato dagli eredi della Dc
di
Concita de Gregorio
Nel comunicato del Pd dopo l'incarico a Fico, le parole sono misurate: "Ribadiamo la nostra disponibilità a sostenere un governo guidato da Giuseppe Conte, con solida base politica e numerica, fondata sulla convergenza delle forze europeiste presenti in Parlamento, dando così vita ad una maggioranza più coesa e rafforzata. Le preoccupazioni del capo dello Stato sono le nostre". Il riferimento è al Paese reale che ha bisogno di una soluzione rapida della crisi: "La pandemia, la crisi sociale ed economica incombono. Le condizioni di prostrazione del Paese reclamano interventi urgenti e riforme essenziali per limitare e superare i danni prodotti dalle conseguenze del virus".
L'esplorazione di Fico farà perdere del tempo? "L'intento del presidente della Repubblica è quello di facilitare la soluzione, senza esporre immediatamente il candidato per cui si sono espressi Pd, Movimento 5Stelle e Leu, ovvero Giuseppe Conte. Se Mattarella ha scelto questa soluzione, noi ci fidiamo di Mattarella", afferma il costituzionalista e deputato dem Stefano Ceccanti. Fiducioso è anche Goffredo Bettini: "Io sono molto fiducioso perché il presidente della Repubblica nelle sue consultazioni ha rilevato una grande convergenza tra le forze della maggioranza, almeno quelle più rilevanti". E sui dissensi tra i 5Stelle che vogliono un veto su Renzi: "Sono naturali, ma si va avanti".
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