ROMA – "Dobbiamo essere franchi: la PA non ce la può fare, così com'è, a sopportare la responsabilità e il peso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con i suoi 209 miliardi da spendere entro tre anni e mezzo e da impegnare anche in meno tempo". A parlare, nell'ambito del Rapporto Annuale di Forum PA sullo stato della Pubblica Amministrazione, è Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità. Le difficoltà emergono dallo stesso rapporto, presentato stamane da FPA, società del gruppo DIGITAL360, che ogni anno da sei edizioni analizza i principali dati e fenomeni di innovazione nella Pubblica Amministrazione italiana: età media dei dipendenti di 50,7 anni, 7 anni in più dal 2001 a oggi a causa del blocco delle assunzioni; calo della formazione, meno 41% dal 2008 al 2018, appena 48 euro di spesa per dipendente. La difficoltà della Pubblica Amministrazione a far fronte alle nuove sfide sono emerse con particolare enfasi nell'anno del Covid, il 2020, in situazioni come quella del "Click Day" Inps e del bonus bici.
Ma il 2020 è anche quello che ha visto concentrarsi gli sforzi della PA per compiere importanti passi in avanti: è successo con lo smart working, che prima era un retaggio di pochissimi, ma anche con l'app Io, che gestisce i pagamenti digitali, e con l'enorme lavoro di assegnazione e distribuzione dei ristori, per non parlare dei nuovi concorsi pubblici gestiti in modalità digitale. "Digitale" è la parola chiave per l'innovazione, lo svecchiamento delle procedure e la gestione delle nuove iniziative. La Pubblica Amministrazione è pronta, si chiede il Rapporto di Forum PA?
“L’esperienza della pandemia ci restituisce una PA che, pur con molte differenziazioni, ha saputo reagire con generosità, energie e competenze per una causa comune – dice Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA -. Invece che la granitica burocrazia spesso evocata, la Pubblica Amministrazione italiana è una realtà fluida e ‘porosa’, che spesso si è dimostrata aperta al confronto e capace di reagire. Ma che porta con sé anche numerosi problemi e carenze: il 2021 deve essere l’anno del cambiamento per la PA a cui è dato un ruolo cruciale per l’Italia del futuro. Serve sburocratizzare, semplificando e velocizzando le procedure; rinnovare le risorse umane, con formazione e motivazione della dirigenza; spingere la digitalizzazione. Non ci sarà ripresa e resilienza senza un nuovo impegno per la PA”.
I dipendenti pubblici italiani sono 3,2 milioni, con un’età media di 50,7 anni, di cui il 16,9% over 60. Il numero di pensionati sta per raggiungere quello degli impiegati: al 1°gennaio 2020 sono circa 3 milioni e destinati a salire, con 540.000 dipendenti pubblici che hanno compiuto 62 anni e 198mila che hanno maturato oltre 38 anni di anzianità. In questa condizione, il 2020 è stato l’anno dello smart working "forzato" e massivo dei dipendenti pubblici, per la maggioranza un’esperienza completamente nuova: nel sondaggio FPA di maggio 2020 per l’87,7% di loro e? stata la prima volta. Ma il bilancio e? positivo: l’88% dei dipendenti ha giudicato l’esperienza di successo, il 69,5% ha potuto organizzare e programmare meglio il lavoro e il 34,9% ha lavorato in un clima di maggior fiducia.
“Investite da nuove responsabilità e modelli di lavoro mai sperimentati, le amministrazioni pubbliche hanno risposto tutto sommato bene all’emergenza, ma la pandemia ha messo in evidenza con chiarezza quali organizzazioni erano pronte e quali no – afferma Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA -. Ora, davanti alla sfida della ripresa e della resilienza, la PA non ha bisogno di un’ennesima ‘riforma del secolo’, fatta di decine di decreti-legge, ma di rinnovamento, cura, accompagnamento e attenzione: servono più giovani nelle amministrazioni, maggiore focalizzazione sulle missioni e sui risultati attesi, più attenzione alle persone, alla partecipazione e all’ascolto di tutta la società”.
La digitalizzazione è dunque la nuova frontiera, nonostante le pubbliche amministrazioni abbiano affrontato l’anno della pandemia con importanti ritardi nell’attuazione delle azioni previste dal Piano Triennale per l’informatica. L'emergenza e? stata però anche una forte spinta per la crescita digitale. Da gennaio a dicembre 2020 le identità digitali SPID sono passate da 5,4 milioni a 14,1 milioni, le transazioni su PagoPA da 81,7 milioni a oltre 165 milioni, i Comuni nell’ANPR da 5.310 a più di 7.000, con 54,6 milioni di cittadini presenti in anagrafe unica. L’app IO per l’accesso ai servizi pubblici digitali, rilasciata ad aprile, ha raggiunto 9 milioni di download. Un’accelerazione registrata anche dai cittadini: da un’indagine FPA il 57% vede una PA “più digitale”, per poter accedere ai servizi in modo più facile e veloce.
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