LONDRA – Come un Babbo Natale anticipato, Boris Johnson arriva domani a Bruxelles con un regalo per l'Unione europea: un novello accordo sulla Brexit che, sperano in molti, potrebbe propiziarne un altro. L'accordo raggiunto stamane è quello che salva la pace in Irlanda del Nord, raggiungendo l'intesa su una delle più spinose condizioni del "divorzio" fra il Regno Unito e la Ue patteggiato nell'autunno 2019 fra le due parti dopo un lungo negoziato. L'accordo ancora da raggiungere, nelle prossime 48 ore e forse mai più, è quello che il premier britannico e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, tenteranno di concludere domani sera in un colloquio faccia a faccia, sui futuri rapporti, commerciali e non solo, attraverso la Manica.
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dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
Il primo accordo in questione è stato annunciato oggi da Michael Gove, vicepremier britannico, e da Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea. Riguarda il traffico di merci fra l'Irlanda del Nord e il resto della Gran Bretagna. Una delle condizioni della Brexit era evitare un confine fra Irlanda del Nord britannica e Repubblica d'Irlanda, ovvero non ricreare una frontiera che è stata al centro di trent'anni di guerra civile sull'isola fra indipendentisti nord-irlandesi decisi a ricongiungersi con la Repubblica irlandese e unionisti fedeli alla corona britannica. A tale scopo, dopo infinite discussioni, con una concessione inattesa Boris Johnson, da poco insediato un anno fa a Downing Street al posto di Theresa May, accettò che l'Irlanda del Nord rimanesse parte del mercato comune e dell'unione doganale europea, anche se il resto del Regno Unito al momento della Brexit, il 31 dicembre prossimo, ne rimarrà fuori.
Ma il compromesso, eliminando il confine fra le due Irlande, ne ha stabilito uno fra l'Irlanda del Nord britannica e la Gran Bretagna: un riconoscimento de facto che la regione contesa appartiene, perlomeno commercialmente, all'Irlanda, non a Londra. Così, qualche mese fa, Johnson ci ha ripensato, presentando in Parlamento una legge, chiamata Internal Market Bill, che ripudia l'accordo sulla Brexit siglato con la Ue, abbattendo il confine commerciale nel mare d'Irlanda. In pratica, se l'Irlanda del Nord fa parte del mercato europeo, le merci in arrivo dalla Gran Bretagna dovrebbero essere controllate; ma l'Internal Market Bill impedisce simili controlli.
La decisione del premier britannico ha provocato condanne da tutti i suoi predecessori, sia conservatori che laburisti, dimissioni di ministri e avvocati del governo, perfino un monito di Joe Biden, che guarda caso è di origini irlandesi: "Nessun patto commerciale fra Usa e Regno Unito, se la Brexit mette a repentaglio la pace in Irlanda". Una pace raggiunta, nel 1998, con la mediazione americana. Ma stamane, abbastanza inaspettatamente, Gove e Sefcovic hanno reso noto di avere risolto il problema: l'Unione europea farà controlli meno rigidi su certe merci in transito fra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e il gioco è fatto. I dettagli saranno divulgati domani al Parlamento di Westminster. La sostanza è che quella che appariva come una grave violazione di un trattato internazionale da parte di Londra ora verrà ritirata, cancellando tutte le clausole dell'Internal Market Bill che vertevano sul delicato argomento.
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dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
È solo una coincidenza che questo accordo sia maturato mentre Londra e Bruxelles stanno disperatamente cercando di negoziarne un altro, quello sulle loro future relazioni? In teoria, non si può escludere che sia un caso. In pratica rappresenta un dono che Boris Johnson porta con sé partendo per il summit "o la va o la spacca" con la presidente della Commissione europea a Bruxelles: come minimo, l'atmosfera sarà migliore. Fonti europee ammoniscono che l'accordo sull'Irlanda del Nord "non è una svolta" nella trattativa sui futuri rapporti commerciali. Lo stesso premier britannico ha ribadito nelle ultime ore che un accordo con Ursula von der Leyen è "molto difficile". Ma ha anche invocato "il potere della dolce ragione per portare questa trattativa al traguardo". Tutto può accadere, insomma. Si dice che a Natale siano tutti più buoni: vedremo se vale anche per i leader politici impegnati nell'ultimo atto della telenovela brexitiana.Original Article
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