Presto potrebbe diventerà "realtà" ma, al momento, quella del patentino vaccinale nel Lazio resta solo un'idea forse troppo in anticipo sui tempi. E per questo "elitaria e discriminatoria". L'intento della Pisana nasce da buoni propositi: permettere ai cittadini di tornare a viaggiare in sicurezza e riprendere a frequentare palestre, cinema e teatri, per rilanciare i settori economici in crisi, a patto di aver ricevuto prima il siero vaccinale. Questo comporterebbe "un discrimine sano a tutela della collettività", per riprendere le parole dell'assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. Ma tanto "sano" forse non è.
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Secondo il professor Francesco Le Foche, immunologo-infettivologo al Policlinico Umberto I di Roma, si tratterebbe di "una vera e propria discriminazione sociale che verrebbe a creare cittadini di serie A e cittadini di serie B". Fermo restando che "sono concettualmente favorevole alla realizzazione di un patentino dei vaccinati – precisa Le Foche – penso che, ad oggi, siano troppo poche le persone vaccinate, sebbene ad essere coinvolte siano le persone più a rischio. Motivo per cui aspetterei il periodo estivo prima di metterlo in circolazione, quando ci sarà – è questo l'auspicio – una percentuale più alta di vaccinati. Ancora è troppo presto".
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Il patentino di immunità, infatti, dovrebbe diventare operativo nel Lazio già da metà febbraio. Se così fosse, a fronte di una maggiore libertà di circolazione e di una rinascita per alcuni settori in crisi piegati dal Covid, "ci sarebbe una fetta importante di cittadini che verrebbe discriminata non una, ma ben due volte – ragiona l'immunologo – la prima, perché il calendario delle vaccinazioni ministeriale dà priorità, giustamente, alle categorie più a rischio, lasciando comunque indietro ancora molti; la seconda, perché il patentino si trasformerebbe di fatto in una "carta" elitaria, creando una condizione sociale che andrebbe interpretata".
Secondo Le Foche, insomma, "non tutti riuscirebbero a capire che chi non ha il patentino non è un cittadino di serie B. Anche se di fatto è così. Alcuni avranno una possibilità in più rispetto ad altre di entrare al cinema, al teatro, in palestra. E questo socialmente non è equo. Dovrebbe essere data una possibilità a tutti, non creare situazioni del tipo "lui è vaccinato e può viaggiare, entrare nelle sale cinematografiche, mentre io non sono ancora vaccinato e non posso neppure andare in palestra o al teatro …" .
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Per Le Foche, inoltre, visto il momento storico pandemico, sarebbe utile un coordinamento dell'Ue, o meglio "bisognerebbe realizzare un patentino europeo più che territoriale, validato e riconosciuto dall'Unione Europea". "Attivarlo ora è discriminante – è convinto Le Foche -e poi anche senza patentino le persone riuscirebbero pian piano a riattivare l'economia. La percezione è che la gente è più consapevole del rischio e tende quindi ad un comportaneto migliore. La persuasione e la consapevolezza sono l'arma vincente, non la discriminazione".
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