L’highlander torna al Super Bowl per la decima volta. A 43 anni. Da solo. Senza il suo passato, senza i New England Patriots e lo storico coach, Tom Belichick. Tom Brady lo farà alla prima stagione con la sua nuova franchigia, i Tampa Bay Buccaneers, la sorpresa della stagione, prima squadra al quinto posto del ranking a battere (31-26) la numero uno di conference, i pluricampioni dei Green Bay Packers, in casa loro, in Wisconsin, e prima della storia a poter giocare in casa, il 7 febbraio, il 55° Super Bowl. A sfidarli saranno i campioni in carica dei Kansas City Chiefs, guidati da Patrick Mahomes, 25 anni, l’atleta più pagato al mondo, 50 milioni a stagione. Dopo un inizio a rilento (0-9), i Chiefs hanno travolto Buffalo 38-24.
Nfl, lo schiaffo del super coach a Trump: no di Belichick alla Medaglia dela libertà
di
Giovanni Marino
Quando un anno fa, dopo l’eliminazione ai quarti contro Tennessee, Brady annunciò di chiudere la storia con i Patriots, dopo nove finali e sei Super Bowl, molti pensarono che si fosse preso il più grosso rischio professionale della sua carriera: senza i compagni di sempre, lontano dalla guida del totem Belichick, cosa sarebbe stato Brady? La domanda di inizio stagione era: chi dei due Tom sarebbe arrivato prima al Super Bowl. Brady ha messo ieri il sigillo a una stagione da protagonista, completando 20 dei 36 passaggi, per un totale di 280 yarde coperte e tre touchdown. Quando a quattro minuti dalla fine è andato in panchina con i Buccaneers avanti di otto punti in casa dei Packers, le telecamere si sono soffermate a lungo sul volto wasp di Brady, lo sguardo sulle tribune semipiene dell’arena. Vincente con squadre diverse, un LeBron James con sette anni di più, al Super Bowl con due franchigie diverse, come Kurt Warner, Peyton Manning e Craig Morton, ma l’unico ad aver guadagnto il diritto a giocare la partita per la decima volta, il doppio di qualsiasi altro quarterback della storia.
Nfl, il traguardo di Sarah Thomas: la prima donna che arbitrerà in un Super bowl
di
Giovanni Marino
Solo John Elway è arrivato a cinque, e con una sola franchigia, i Denver Broncos. I Buccaneers sono andati subito avanti (7-0) per poi allargare il vantaggio fino al 28-10 prima del ritorno degli avversari (28-23). I Packers hanno avuto la possibilità di riaprire la partita nel finale ma il quarterback Aaron Rodgers, al terzo tentativo per il touchdown, non ha avuto la lucidità di capire cosa stesse succedendo: a poche yarde dalla meta, la difesa dei Buccaneers si era aperta come le acque del Mar Rosso. Invece di attaccare, Rodgers ha tentato di servire inutilmente un compagno, isolato da due difensori. La gara è finita praticamente lì.
Nfl, lo schiaffo del super coach a Trump: no di Belichick alla Medaglia dela libertà
di
Giovanni Marino
Negli ultimi due minuti i Packers non hanno riconquistato più il gioco, ed è cominciata ufficialmente la celebrazione di Brady. A fine partita il quarterback è andato ad abbracciare il figlio Jack, in tribuna, dopo aver chiesto a uno della security a bordo campo “posso salutare mio figlio?”. In tv hanno messo in sottofondo “All I have to do is dream” cantata dagli Everly Brothers. Al momento della premiazione, i commentatori lo hanno chiamato al microfono, lui ha spiegato di “avere voglia di vincere, e di essere grato a una squadra fatta di grandi compagni” ma alla terza domanda, ha risposto da leader: “Ci sono anche gli altri, fate le domande a loro”, cedendo la ribalta al coach, Burce Arians. Brady avrà la possibilità di giocarsi in casa la possibilità di vincere il settimo Super Bowl e diventare ancora più leggendario. Pensare che da rookie, nel 2000, venne scelto al draft solo come numero 199, al sesto giro, preceduto da altri sei quarterback. Nessuno in lui aveva visto il futuro del football.
Commenti recenti